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7 Aprile 2017

Ambiente e Territorio · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Veneto · Bivacchi · Rifugi

Bivacchi utilizzati come case vacanze nell’Agordino

Bivacco Bedin. Fonte: lemontagne.it

L’attacco di Giorgio Fontanive: «Non sono resort, ma strutture per le emergenze. Chi di dovere deve intervenire»

La questione è stata sollevata nel corso dell’ultima assemblea della Sezione agordina del CAI dal socio Giorgio Fontanive che ha denunciato verbalmente  coloro che utilizzano i bivacchi in quota non come ricoveri di emergenza. «Assistiamo», ha detto Fontanive, «a un’occupazione arbitraria dei ricoveri in quota. Dico che in molte situazioni, i bivacchi sono usati come casa per ferie, come personali resort da parte di qualcuno. Questo non va bene».

I bivacchi della sezione sono il Bedin, il Biasin, il Brunner, il Cozzolino, il Ghedini-Moiazza, il Reali e il Tomè.

Per Fontanive si tratta di una situazione indecorosa, che può anche essere fonte di rischi e pericoli per coloro che vanno in montagna. Egli ha anche citato il verificarsi di episodi che hanno visto delle dispute tra gli escursionisti che intendevano usare il bivacco come luogo di emergenza per passare la notte e coloro i quali lo stavano invece adoperando come stazione turistica. «Invito le amministrazioni comunali», ha detto Fontanive, «in particolare quelle di Taibon, San Tomaso, Cencenighe, a rinnovare l’ordinanza affinché i bivacchi siano utilizzati per lo scopo per cui sono preposti. È inaccettabile che chi va in montagna rischi di trovarsi senza un ricovero».

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