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3 Novembre 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Black, Musiyenko e Wyatt aprono una nuova via sul White Sapphire Peak (6.040 m) in India

Team americano apre una nuova via sul White Sapphire Peak (6.040 m) in India, ottobre 2023. Fonte Christian Black

Il team americano ha battezzato la linea “Brillant Blue” (850 m; 80°, AI3, M7+), salita tutta in libera

Tra il 5 e il 6 ottobre scorso,  Christian Black, Vitaliy Musiyenko e Hayden Wyatt hanno aperto una  linea sul White Sapphire Peak (6.040 m) nella Kishtwar Valley, in India.

L’impressionante via, lunga 850 metri, è stata battezzata “Brillant Blue” e gradata 80°, AI3, M7+. Il team è riuscito a salire in libera tutta la via.

Prima del secondo tentativo, andato a buon fine, gli scalatori hanno dovuto affrontare il maltempo e radicali cambiamenti delle condizioni della montagna.

“Durante l’avvicinamento il White Sapphire Peak sembrava immacolato come un anello di diamanti, ma poi è arrivato l’inverno e la parete che speravamo di scalare si è trasformata nella gemella ghiacciata del Cerro Torre”, ha raccontato Musiyenko sui suoi canali social.

La squadra ha allestito il campo base con il cuoco e un ufficiale di collegamento a 4.023 m, quota dove i muli potevano ancora accedere con i carichi. Da quel punto, gli alpinisti hanno trasportato tutto sulle loro spalle fino al campo alto, a 4.815 m.

I dettagli della salita, raccontati da Musiyenko:

“Siamo partiti dal campo alto (4.815 m) il 5 ottobre, e abbiamo risalito un importante couloir di ghiaccio a sinistra del contrafforte centrale fino ad una cengia a 5.790 m. Un pilastro di ghiaccio “decisamente verticalmente” (WI4ish) ci ha costretti a delle acrobazie mentre affogavamo nello spindrift per superare il crepaccio terminale. Da lì è iniziata una maratona di arrampicata di 700 metri su difficoltà fino a AI3 M4+, con soste intermedie utilizzando una micro-trazione su ogni lunghezza di corda – ne avevamo portate sei. Altri due tiri (M5 e M6 circa) ci hanno portati al campo, dove ci siamo resi conto di avere ancora le dita dei piedi.!

“Il mattino del 6 ottobre ci siamo rilassati (letteralmente), prima che arrivasse un po’ di sole, sciogliendo del ghiaccio per una lunga e divertente giornata. Per divertimento intendo due tiri consecutivi di M7+ (110 m) a oltre 5.790 m di quota.
Siamo andati avanti affrontando altri due tiri M4 e M5 (115 m) come dei campioni. Forse mi sono anche riscaldato di nuovo? Un tiro M6 R di 67 metri, al crepuscolo, è stato il test definitivo per me. Mi ha fatto dubitare, un paio di volte, delle mie scelte di vita […]”

Qui, un problema boulder di M5-6 ha portato i tre alpinisti alla cresta e alla cima.

“Dopo aver mandato messaggi ai parenti dalla cima, ci siamo resi conto che era arrivato il momento di scendere, dato che si era alzato il vento  e avevamo voglia di qualcosa di caldo. E così, dopo quattro calate di 50-60 metri, eravamo di nuovo al campo, a festeggiare massaggiandoci i piedi e sciogliendo neve… – continua Vitaliy – La mattina dopo, invece del sole, ci ha svegliati una bufera di neve, fortunatamente di breve durata. Siamo scesi in corda doppia dalla via di salita senza incidenti, utilizzando principalmente ancoraggi v-threads. Sebbene il contrafforte sopra il colle sembrasse MOLTO ripido, e all’inizio avrei voluto il compressore di Maestri, alla fine non abbiamo piazzato nessuno spit. Da lì in poi, la via sembrava una dura via in artificiale, ma stata fatta tutta in libera! Sono estremamente soddisfatto di come è andata e del modo in cui ci siamo sostenuti a vicenda quando abbiamo avuto i nostri momenti di crisi.”

Per la spedizione di 26 giorni, il trio ha ricevuto una sovvenzione di 8000 dollari dal programma ‘Cutting Edge’ dell’American Alpine Club.

Il White Sapphire Peak è stato scalato per la prima volta dagli svizzeri Denis Burdet e Stefan Siegrist nel 2012, attraverso la parete Ovest, come riportato dall’American Alpine Journal. Nel 2016, un secondo team è salito dalla Cresta Sud.