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9 Ottobre 2020

GEA, la mostra fotografica. Intervista a Geg Lelli

Cari compagni di avventura oggi voglio parlarvi di un evento che un amante della natura e dei viaggi non può assolutamente perdere.

Giovedì 8 ottobre alla Cantera è stata inaugurata la mostra fotografica GEA. Il fotografo e autore è il “vulcanico” Luigi Lelli, per tutti “Geg“. Ho conosciuto alcuni anni fa questo viaggiatore e ho imparato ad amarne l’arte visceralmente. Trovo che sia davvero il maestro delle atmosfere magiche; in ogni scatto riesce a trasmettere un grande racconto; il suo è un vero dialogo mediante il linguaggio immagine.

Se chiedete al mio caro amico lui vi dirà di essere “attratto da sempre dall’energia della Natura nella sua più intima essenza, lontano dal caos e dal sistema ricerca itinerari in cui perdersi per ritrovarsi”.

E’ un uomo con “lo zaino sempre pronto per avventurarsi tra panorami incontaminati, dove il silenzio risuona con la bellezza dell’orizzonte”.

Geg incanta anche con le parole dato che è una guida geologica escursionistica per “Kailas viaggi e trekking”, operando in Islanda, Nuova Zelanda, Patagonia e Terra del Fuoco.

Luigi Lelli è nato a Cesena, dove attualmente risiede dopo una esperienza di due anni e mezzo a Recco, uno dei vari luoghi in cui ha fatto esperienza come fotografo in ambito surf, disciplina che ha insegnato a lungo …e non unica di cui è esperto. In Liguria ha concluso la sua carriera universitaria in Scienze e Tecnologie Geologiche. Laureato in geologia con tesi in vulcanologia, specializzato in dinamica costiera in relazione a mareggiate di intensità estrema, ha integrato i suoi studi con due stage relativi alle tecniche per campionamenti di gas vulcanici e tirocinio formativo in Nuova Zelanda per la mappatura digitale dell Antartide.

Da quanto fai il fotografo e come hai iniziato?
La fotografia ha iniziato ad attrarmi inizialmente quasi per gioco, circa otto anni fa durante i miei primi viaggi oltre Europa. I cellulari fornivano ancora fotografie di pessima qualità, se le facevano, quindi per immortalare istanti di vita, paesaggi incredibili o momenti di massima goliardia, era indispensabile una macchinetta fotografica. È così che ho iniziato: utilizzando sporadicamente attrezzatura dei compagni di viaggio. La mia prima reflex è arrivata pochi anni dopo, un corpo macchina semi-professionale piuttosto datato …ma poco importava, su tutti i libri di fotografia la lezione numero 1 è che la gamma del corpo macchina conta relativamente, ciò che conta è “l’ esserci”. Da lì è scaturita l’idea di ammortizzare i costi dei miei viaggi, già low cost, al massimo, fronte oceano, scattando fotografie a surfisti e vagabondi che come me si vivevano la spiaggia giorno per giorno… Devo essere riuscito a ripagarmi un paio di birre e un panino. Forse… Poco dopo, nel 2017, mi trasferii per motivi di studio in Liguria, dove l’idea di arrotondare fotografando i “lupi di mare” si è concretizzata in un vero lavoro. Da lì ho cercato di affinare le tecniche e sperimentare la fotografia in altri contesti sportivi, come slackline, photoshooting espositivi e montagna.

Quante e quali mostre hai fatto precedentemente e che tipo di fotografia fai?
Mostre fotografiche non ne ho mai realizzate, se non una piccola esposizione in occasione di una serata a tema “outdoor”. Per me la fotografia è in primis un piacere personale, una pratica già totalmente appagante di per sé. In generale mi piace la fotografia paesaggistica e sportiva, ma non mi piace etichettarmi …amo piuttosto essere spontaneo, fotografare quando mi va e di farlo senza forzature, a mente libera. Penso che il mio modo di fare fotografia possa essere paragonato a una sorta di meditazione personale.

Parlaci allora di questa mostra: il suo nome, dove è? Quante foto ha e perché è fatta in quel modo.
La mostra è chiamata GEA, la nostra Dea Primordiale, Madre Terra che ogni giorno ci ospita e continua a stupirci regalandoci emozioni ed inesauribile fonte di ispirazione. La mostra è composta di 15 fotografie realizzate nel corso degli ultimi 2 anni tra Italia, Islanda, Nuova Zelanda, Patagonia e Terra del Fuoco. Queste riempiranno i colorati muri del locale “La Cantera” del Centro storico di Cesena per la durata di un mese. Non saranno presenti descrizioni delle singole fotografie, né i luoghi esatti in cui sono state scattate. Spero che siano le fotografie stesse a parlare, a stimolare la curiosità dell’osservatore nel ricercare quello che è il paesaggio interiore in grado di testimoniare la propria identità. L’idea di creare una mostra in un locale è nata dall’esigenza di dare libero sfogo alla creatività, di incentivare la curiosità delle persone laddove, non può più essere la musica dal vivo a legare, a muovere qualche passo o a brindare …almeno per ora.

Mostra fotografica GEA di Luigi Lelli
La Cantera, Cesena, Piazza Mario Guidazzi (Emilia-Romagna)
Dall’8 ottobre all’8 novembre 2020

Christian Roccati
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