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10 Maggio 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Ambiente e Territorio · Resto del Mondo

Geo-Alpinisti trentini e la salvaguardia di Petra

Il team. Foto: Roberto Rigotti

Intervista di Massimo Dorigoni

Sono da poco tornati dalla Città di Petra in Giordania i tecnici-alpinisti della ditta OR.BA.RI guidati dalla passione e dall’esperienza dei tre titolari dell’azienda, gli alpinisti Elio Orlandi, Marco Bazzanella e Livio Rigotti.

Sono loro che assieme ad un team di alpinisti trentini il mese scorso hanno messo in sicurezza dei grandi macigni che rischiavano di precipitare nel Siq, il canyon naturale d’accesso alle meraviglie di Petra, percorso in media da 900 mila visitatori l’anno.

Un lavoro di pazienza e grande sensibilità, che non ha comunque disturbato il flusso dei turisti che continuavano a passare indisturbati protetti da un’adeguata struttura di sicurezza.

Petra, Giordania. Foto: Roberto Rigotti

Si è passati quindi dalla rimozione di piccoli massi fino ad arrivare al consolidamento in loco di blocchi di notevoli dimensioni.

L’intervento si è svolto sotto lo sguardo attento del coordinatore tecnico del progetto, il geologo Giuseppe Delmonaco che ha collaborato a sua volta con il geologo altoatesino Gianfranco Draga. Fondamentale inoltre l’aiuto di Giorgia Cesaro – responsabile Unesco del progetto – nei rapporti di diplomazia fra le varie istituzioni locali.

Petra, Giordania. Il team al lavoro. Foto: Roberto Rigotti

Il team OR.BA.RI, eccellenza trentina nel campo del consolidamento e bonifica di pareti rocciose in situazioni estreme, ha operato istruendo anche una squadra di beduini locali con i quali ha poi collaborato. Gli interventi maggiormente rischiosi sono stati effettuati principalmente la notte, quando l’afflusso turistico era sostanzialmente assente.

A fine lavori il tutto è stato mascherato con i colori dell’arenaria di Petra in modo da rendere praticamente invisibile l’intervento rispettando così la naturalezza dell’ambiente.

Petra, Giordania: il team al lavoro. Foto: Roberto Rigotti

Al rientro da Petra abbiamo incontrato a San Lorenzo Dorsino una delle anime del gruppo, l’alpinista  Rigotti che ha risposto di buon grado alle nostre domande.

Quali difficoltà tecniche comporta lavorare in un sito del genere?
«Parecchie. A partire dalla logistica di cantiere, fino alreperire il materiale necessario, e al trasporto stesso dell’attrezzatura, per esempio. Questa volta addirittura abbiamo dovuto farci aiutare da alcuni beduini locali che, con i loro asinelli, ci hanno portato il materiale e l’attrezzatura necessaria fino al luogo d’intervento! Incredibile no? Qui da noi siamo abituati ad usare l’elicottero o altre mille comodità. A Petra invece, tutto è diverso, ma fa parte dell’avventura!».

Petra, Giordania. Foto: Roberto Rigotti

In che cosa l’esperienza di un alpinista può tornare utile in un lavoro di disgaggio presso un sito così particolare, al di là della capacità di arrampicare?
«Nel risolvere i problemi. Detto comune è che noi alpinisti siamo campioni nel crearci dei problemi. E allora perché non adottare lo stesso ͞problem solving͟ che si usa in alpinismo, al lavoro e in un posto così?».

Quali sono le sensazioni nel lavorare in un luogo così antico?
«Di assoluto rispetto e ammirazione. E’ incredibile avere un confronto così diretto! Ti trovi quasiin imbarazzo a lavorare con mezzi ͞moderni͟ in un luogo dove tutti i monumenti sono statifatti interamente a mano moltissimi anni fa. E’ una cosa che ti lascia veramente a bocca aperta…».

Petra, Giordania: il team al lavoro. Foto: Roberto Rigotti

I beduini hanno accettato di buon grado le vostre indicazioni riguardo altri eventuali lavori di messa in sicurezza in loco?
«Si, i beduini hanno accettato bene il nostro arrivo e, tutto sommato, c’è stata una buona collaborazione. Inoltre hanno preso coscienza del problema e hanno fatto tesoro dei nostri consigli riguardo a possibili interventi futuri».

Pensi che il futuro vi riserverà altre entusiasmanti occasioni simili a questa?
«Perché non sognare? In fondo i sogni mantengono giovani e vivi. Stimolano inoltre a fare sempre meglio e accettare di buon grado nuove esperienze. Penso che sicuramente il futuro qualcosa ci riserverà. Lo spero, lo sogno!».

Petra, Giordania: il team al lavoro. Foto: Roberto Rigotti