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15 Dicembre 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Europa

Gerlinde Kaltenbrunner: “Ci sono due montagne nel Karakorum dove vorrei tornare…”

Gerlinde Kaltenbrunner. Fonte: facebook

L’alpinista austriaca, prima donna a scalare tutti i 14 ottomila, dice: “se la mia vita finisse adesso, guardando indietro direi: bello, rifarei tutto”

Nel 2011, con il suo successo sul versante Nord (cinese) del K2 (8.611 metri), l’austriaca Gerlinde Kaltenbrunner è stata la prima donna a scalare tutti i 14 ottomila senza ossigeno supplementare. Nel 2017 fu la volta dell’italiana Nives Meroi.

Gerlinde vive sul Lago Attersee in Alta Austria, con il suo compagno, istruttore di yoga, Manfred Jericha. Insieme propongono viaggi e corsi yoga.

Domenica scorsa Gerlinde ha compiuto 50 anni. La celebre alpinista austriaca ha sperimentato e imparato  tanto nella sua vita: “Finora la mia vita è stata così intensa, ci sono stati tanti momenti positivi, ma anche difficili. Sono solo grata…. se la mia vita finisse adesso, guardando indietro direi: bello, rifarei tutto.”, ha raccontato in un’intervista rilasciata al blogger Stefan Nestler.

Gerlinde Kaltenbrunner. Foto: Mathias Peschta

A proposito della scalata dei 14 ottomila senza ossigeno supplementare racconta, il suo ricordo più intenso è, ovviamente, quello del K2. “Non lo dimenticherò mai per il resto della mia vita.”

“Penso al momento sul K2 a 6.600 metri, dopo 14 ore di fatica, faceva un freddo gelido – racconta a Nestler – Stavamo spalando un altopiano per la nostra tenda ed entrambi (lei e il suo allora marito Ralf Dujmovits) eravamo completamente esausti. In quel momento, il sole stava tramontando sui seimila intorno a noi. Quello è stato un momento magico. Ho sentito un profondo silenzio dentro di me e mi sono meravigliata. Ho sentito quanto siamo piccoli  e quanto è grande la natura. Mi sono aperta e ho sentito quanta energia e forza mi restituiva la natura.”

Il ricordo va anche al Dhaulagiri, nel 2007, quando due spagnoli morirono in una valanga e lei riuscì a malapena a salvarsi. “Nell’anno successivo alla valanga, quasi ogni notte ho sognato di essere rimasta bloccata nella valanga e di non poterne uscire. Nel 2008 sono tornata al Dhaulagiri con David Göttler. Sul luogo dell’incidente, mi sono fermata e ho affrontato le mie emozioni. È stato doloroso, ho pianto molto. Ma ho affrontato consapevolmente la mia paura e sono stata quindi in grado di elaborarla bene. Mi era chiaro che cose del genere accadono in montagna e che non potevo annullarle, e dovevo guardare avanti.”

Gerlinde Kaltenbrunner. Fonte: G.Kaltenbrunner/facebook

Dopo i 14 ottomila, un po’ per volta Gerlinde si è ritirata dai clamori e dal panorama alpinistico. “E’ stato molto positivo per me fare un passo indietro e riflettere sulla mia vita. Un sogno di una vita che mi aveva impegnata per anni si era avverato. Dovevo riorientarmi.”

Ora, dice, “Non sono più gli ottomila ad entusiasmarmi, ma i bellissimi cinque, sei o settemila.”

“Ci sono due montagne nel Karakorum che mi hanno affascinato sin dalla mia prima spedizione e che continuo ad avere in testa – rivela Gerlinde nell’intervista –  È lì che mi piacerebbe tornare un giorno. Non posso dire di più, ma penso che ci tornerò..”

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