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12 Dicembre 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

La Cina annuncia misure più severe per regolamentare le spedizioni sugli 8000 tibetani

Everest, versante Nord. Foto: Stefan Nestler

Regolamenti più severi. Le nuove misure, riportate in un documento del CTMA (Cina Tibet Mountaineering Association)

Le autorità cinesi hanno emesso un documento che pone il veto alle agenzie nepalesi, impone nuove tasse agli alpinisti e crea un servizio di salvataggio unificato ed esclusivo.

Dal 1° gennaio 2019, dunque, nuove regole  per le spedizioni interessate agli ottomila tibetani: versante Nord dell’Everest, Cho Oyu e Shisha Pangma. Le nuove misure sono state riportate in un documento del CTMA (Cina Tibet Mountaineering Association).

Il veto al Nepal

In un contesto già problematico tra il Nepal e il Pakistan,  in conflitto per l’utilizzo di sherpa nepalesi o  portatori pakistani sui versanti di confine, la Cina aggiunge un altro elemento di disputa annunciando al punto 6 del nuovo regolamento che “al fine di garantire lo sviluppo sano e ordinato dell’alpinismo e minimizzare gli incidenti, le spedizioni alpinistiche organizzate in Nepal temporaneamente non saranno autorizzate”.

Le notizie di agenzie nepalesi senza scrupoli quando si tratta di portare su  montagne così imponenti anche persone inesperte, adottando pratiche più che discutibili in termini di sicurezza, hanno allertato le autorità cinesi. Secondo il blogger Stefan Nestler, il versante nepalese si sarebbe già mobilitato:  “Da una fonte affidabile – spiega Nestler –  ho appreso che una delegazione del Nepal si è subito recata in Cina per rimuovere questa clausola o almeno indebolirla. Sembrerebbe che  i delegati degli operatori nepalesi abbiano avuto  in parte successo. Alcune agenzie, tuttavia, non dovrebbero più ricevere  alcuna autorizzazione”.

In ogni caso, qualsiasi agenzia che intenda organizzare una spedizione in Tibet sarà valutata attentamente. Nel documento si afferma inoltre che “saranno stabiliti standard severi per tutti gli organizzatori di spedizioni e operatori, in particolare per quanto riguarda il loro accesso al mercato. Collaboreremo attivamente con le agenzie di spedizione in possesso di una buona reputazione, una forte capacità di formare i team, supporto logistico, qualità del servizio affidabile, eccellente qualità professionale e rispettosa delle leggi “.

Quest’ultima dichiarazione sembra fare riferimento alla vicenda Seven Summit Treks, la più grande agenzia del Nepal, che la scorsa estate è stata multata per l’utilizzo di falsi permessi di salita all’Everest, evento che si  è risolto con l’arresto di alcuni dei suoi collaboratori.

Nel nuovo regolamento, le autorità cinesi hanno inserito anche un articolo  per gli  ottomila tibetani, richiedendo che dalla primavera del 2019 in poi, ogni spedizione commerciale  su uno degli ottomila tibetani sia accompagnata da una guida alpina nepalese.

Aumento delle tasse

Altro cambiamento importante sul fronte economico. Tutte le spedizioni saranno obbligate a versare un deposito cauzionale di $ 5.000 prima di iniziare la loro attività alpinistica, che verrà restituito alla fine della spedizione, se non si saranno verificati “incidenti o problemi ambientali”.

Le nuove normative in materia di protezione ambientale prevedono che ogni aspirante  alla vetta, sull’Everest dovrà pagare una “tassa di raccolta rifiuti” di 1.500 dollari USA, su Cho Oyu e Shishapangma 1.000 dollari ciascuno. Le guide alpine nepalesi saranno esonerate da questa tassa, così come lo staff del campo base. Nel caso dell’ Everest, quei $ 1,500 si aggiungeranno ai $ 9,500 del costo del permesso, per un totale di $ 11,000, che coinciderebbe con il prezzo del permesso di scalata dal versante nepalese.

Salvataggio unificato

Infine, una notizia positiva per gli alpinisti:  la futura creazione di un servizio di soccorso in quota, unificato ed esclusivo, gestito dalla compagnia locale Yarlha Sampo Expedition.
Durante i tentativi al vertice, 4-6 soccorritori dovranno rimanere in modo permanente ai campi base avanzati.