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1 Novembre 2018

RECENSIONE OCEAN in attesa del REEL ROCK!

Una nuova emozione si è diffusa in Italia, di sala in sala, dopo il BANFF Film Festival e prima del Reel Rock …è arrivato, nella seconda edizione italiana, l’Ocean Film Festival. Stessa organizzazione e medesime emozioni per questo ciclo di storie che ha affascintato i fruitori amanti della natura.

Nel prossimo dicembre avremo il piacere di vedere la tredicesima edizione del Reel Rock, la prima a esser proiettata nella nostra nazione, ma prima che la magia per le pareti si diffonda, ho voluto soffermarmi un attimo sul fenomeno acquatico che mi ha incantato.

9 opere: sono questi i film che si sono avvicendati in sala per l’Ocean Film Festival, lasciando il pubblico con la bocca aperta e sognante, a cui vorrei qui aggiungere qualche spunto e la fame di altre avventure.

 

AI’S JOURNEY
Australia 2017 / 5 min
Prodotta da Cassie De Colling

Questo filmato più che ricercare il limite si spinge direttamente verso la “grande bellezza“. La campionessa mondiale di freediving Ai Futaki, detentrice del record assoluto di apnea senza pinne in grotta, portato a 90 m, si muove nello scenario della Rowley Reef, una delle ultime barriere coralline incontaminate, in Australia. Il film è breve, ma frizzante di colori e immagini. Un buon utilizzo del drone si alterna a stabili inquadrature sotto la superficie, sempre luminose e ad alta risoluzione, che ne fanno un eccellente vettore per un vero viaggio di scoperta.

 

ONE BREATH
UK 2017 / 6 min
Prodotto da Sebastian Solberg

L’opera descrive l’amore per il free diving di Christina Saenz de Santamaria con una fotografia davvero leggera, in equilibrio, e uno screenplay che la pone come focus della storia, sino alla comparsa del marito che le si unirà in una nuova metaforica creatura. Cambia il soggetto e la donna dei mari, lascia spazio alla sua stessa vita in armonia col blu. Le parole sono calibrate con le immagini e la costruzione della storia. Lo spagnolo Eusebio da Bilbao e Christina, australiana di Sydney, si trasformano nella squadra che decide di affrontare la linea e scendere insieme a 100 metri di profondità in apnea, con una slitta metallica costruita per l’occasione.
Chi ricorda la storica sfida tra Enzo Maiorca e Jacques Mayol forse può immaginare mediante un parallelo, la loro grande prestazione. Nonostante questo exploit i protagonisti rimangono umili e affascinati dalla bellezza del vivere e con un solo respiro raggiungono il vero abisso. One Breath li rappresenta come inscindibili e creativi, innamorati, tra loro e del mare. Molti battiti per andare oltre e un solo respiro che unisce due persone con un unico destino.

 

 

DISKO
UK 2018 / 17 min
Prodotto da Dominic Joyce

Gli amanti della montagna probabilmente apprezzeranno particolarmente questo filmato che parla del viaggio del capitano Oliver Dupont-Huin che, dopo aver costruito una nuova imbarcazione, la Breskell, in seguito a un naufragio, si riscatta e parte per la costa groenlandese dell’ovest, sino alla leggendaria Disko Bay. La figura del vecchio lupo di mare che le ha viste tutte, che si nutre di alghe galleggianti e non teme le tempeste, è possibile associarla a quella dello stoico alpinista archetipico che, nella visione romantica, come il Pelide Achille, ha “tempra d’acciaio ma cuore sensibile”.
Il film mostra le sue lacrime di commozione mediante una regia magnifica che fa sparire la telecamera, come se non esistesse, lasciando campo ai sentimenti. La fotografia è veramente d’eccezione e i 17 minuti del filmato scorrono veloci ed efficaci, sembrano meno di 10…
Forse l’unica possibile miglioria, in un filmato così bello, è insita nei decantati iceberg. Si parla di montagne galleggianti, ma quelli ripresi sono ben lontani dalle immense dimensioni reali che si incrociano in quelle coste e che certamente l’imbarcazione avrà intercettato. Le la west coast è decisamente più antropizzata della super selvaggia east coast, ma l’assordante rumore degli iceberg e le gigantesche dimensioni, non sono dissimili e qui latitano. Forse è solo questione di prospettiva?
Ottima invece l’idea di non spingere sulle abilità del capitano che certamente sono davvero elevatissime per manovrare in quei labirinti e in quelle condizioni, lasciando così posto alla sua sensibilità, permettendo una catarsi maggiore degli spettatori che così riescono a identificarsi in lui.

 

OCEAN STORIES: THE HALLS
USA 2017 / 21 min
Prodotto da Patrick Creadon e Greg Goggin

L’opera parla della vita dei pluripremiati registi Howard e Michelle Hall; il lungo video richiama l’attenzione dei fruitori narrando una “storia di noi“. Si ha la sensazione di vivere la favola di una moderna Cenerentola che incontra il suo principe, non azzurro, ma nell’azzurro, che con fatica lo aspetta al ritorno da ogni ennesima spedizione. Dopo tanto impegno finalmente le condizioni di lavoro permettono una nuova evoluzione della coppia, che incomincia un percorso che li condurrà lontano, non solo come coniugi, ma come colleghi, membri di un rinnovato team di lavoro.
Immagini spettacolari di danza acquatica con creature meravigliose e antiche, si alternano ai racconti del dietro le quinte di una vita particolare e dinamica. L’opera ha però due criticità che vale la pena sottolineare. Lo stile del documentario e i colori, sono molto da fine ‘900; se si tratta di una scelta conscia, allora essa non disturba il fruitore, ma anzi lo cala negli anni di cui si discorre. Peccato invece per l’audio negli stacchi delle riprese in interno, nelle interviste, che disturba un poco con un noise non equilibrato, sottolineando talvolta lo sguardo particolarmente estasiato di Michelle, contrapposto a quello rilassato di Howard, rendendo meno armonico il tutto.

 

OCEANMINDED
Sud Africa 2015 / 26 min
Prodotto da Emil Sergel

Se il pubblico ha voglia di sognare con un filmato in grado di portarlo nel vero Oceano, senza retorica, e con grandi prestazioni, assolutamente non fini a se stesse, ma come mezzo per godere di qualcosa che va al di là del semplice …questo è il suo momento!
Hanli Prinsloo si aggira tra tipologie di squalo diverse, dalle più caratteristiche a quelle più pericolose e ne dipinge temperamento e abitudini in una vita che davvero vale la pena di esser vissuta.
Opera semplicemente Indimenticabile.

 

SCARLET’S TALE
Sud Africa 2017 / 15 min
Prodotto da UCT Studio

Questo è un altro magnifico prodotto: la storia di Achmat e la sua evoluzione dopo un grave incidente che lo ha portato a perdere una gamba, grazie al morso di uno squalo. Sembrerebbe la “classica” storia de “la vita che va avanti”, ma non è solo questo. Il messaggio é importante e passa …e c’è molto di più.
Il grande bianco verrà ribattezzato Scarlet e diventerà la sua migliore amica, dandogli una seconda vita ai vertici del nuoto mondiale. Leggere queste righe sembra indirizzare il fruitore sulla retorica, ma così non è: vedere per credere!
Unica pecca? La prima scena sarebbe davvero magnifica per regia, piani sequenza impiegati, primissimi piani, montaggio e screen play, portando lo spettatore ad associare Achmat a un giocatore di rugby neozelandese prima di una sfida e lasciandolo a bocca aperta dopo aver rivelato la vera condizione dell’atleta senza un arto.
Sarebbe …ma questo non accade grazie a uno spoiler nelle prime sequenze ouverture.

 

UBJACENT
Australia 2017 / 2 min
Prodotto da Justine Wallace

Sentiamo parlare milioni di persone che discutono di tematiche ambientali, della caccia, della pesca, degli animali quasi fossero lontanissimi da loro stessi, cioè da creature selvagge e libere. Questi due intensi minuti riportano lo spettatore nel vero blu, una giungla subacquea in cui la vita non è tale senza la morte degli altri, ed è per questo che risulta in equilibrio, al di là di ogni teoria. Magnifico spunto.

 

THE BIG WAVE PROJECT – TOUR EDIT
Australia 2017 / 20 min
Prodotto da Tim Bonython Productions

Quando si apre il sipario in questo video alla “Un mercoledì da leoni”, si avvertono le stracitate frasi sulla ricerca del limite, del pericolo e via discorrendo… Dopo decadi di filmati su questo tema, si è quasi tentati di pensare “no, un’altra volta” …ed è proprio in quel momento che tutto cambia!
La passione sopprime l’eroismo, da cui eravamo riusciti a star lontani, sfoggiando un vero piccolo gioiello che spunta sullo schermo. Surfer di ogni genere si alternano in un moderno movie che alterna adrenalina e suspence, rispetto e onore, sino all’exploit che (ora si!) viene atteso: la cavalcata su una mostruosa onda di 24 metri.
Questa parola, “mostruosa”, non rende giustizia alla sensazione sacra che si avverte: sarebbe più corretto usare il vocabolo inglese “terrific“.
Eccellenti riprese, colori impeccabili, mai eccessivo uso di effetti, lasciano al centro della scena il tema del film, davvero tutto da gustare. Una comunità di surfer e cinque anni per riprendere l’onda più grande del mondo, nel momento in ha deciso di accogliere l’emozione di un piccolo grande uomo.

 

TURTLEY ADDICTED
Australia 2018 / 10 min
Prodotto da Tess Brosnan

Splendido corto che parla della riabilitazione e cura delle tartarughe marine a Cairns, in Australia. Interviste e immagini si alternano con buon bilanciamento e sfamano per davvero gli appassionati di questi preistorici animali. La tematica sociale è talmente nutrita con sensibilità che quasi allontana dalle straordinarie riprese che ora appaiono quasi “normali”. Lo spettatore diventa così sensibile che un’antenna blu, un sensore per gps posto sul carapace di una delle tartarughe guarite, viene accolta con mormorio nelle sale…
Ottima scelta selettiva anche per spingere indirettamente lo spettatore all’ascolto dei volontari di Sea Shepherd che cooperano ogni anno con il festival, proteggendo la fauna marina dal 1977.

 

Anche se si è sentita nuovamente la mancanza di filmati sullo scuba diving come mezzo e come tema, è stata davvero un’edizione speciale.

Solidarietà, rispetto, ecocompatibilità, diversa abilità, onore ma ovviamente …anche natura, emozioni, immensi oceani, animali incredibili e tanta bellezza! Davvero un festival da vedere per rimanere due ore in una sala, ma viaggiare con la mente in luoghi incontaminati e magnifici, coccolati dalle abilità dei registi di fama mondiale.

Spontaneamente direi: “spero che arrivi presto la prossima edizione”, ma fortunatamente potrò godermi prima il Reel Rock …le pareti ci aspettano, anche in sala a dicembre!

Christian Roccati
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