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15 Dicembre 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Centrali · Aree Montane · Italia · Lombardia

Simone Manzi e Simone Giacomelli aprono una variante sulla parete Nord-Est del Pizzo di Prata

Simone Giacomelli e Simone Manzi. Fonte REEL Simone Manzi

Manzi: “E’ stata un’epopea, ma a distanza di qualche giorno e con alcune ore di riposo si può assaporare appieno quella che è stata un’avventura con la A maiuscola”

“È una linea che non può non attirare l’attenzione, scendendo da Madesimo e la Valle Spluga arrivi poco prima di Chiavenna e BAM!! è lì di fronte a te, vicina ma inaccessibile al tempo stesso. Erano anni che aspettavo che la salita andasse in condizioni e siamo stati ripagati! La via è bellissima, lunga e ingaggiosa con diversi tiri impegnativi; la discesa con la nebbia e il nevischio di notte poi un altra storia ancora”.

Sono le parole del bormino Simone Giacomelli dopo la salita, effettuata con il Ragno di Lecco Simone Manzi, di una via di misto sulla parete Nord-Est del Pizzo di Prata, nelle Alpi Retiche, una selvaggia montagna di 2.727 metri, che sovrasta Chiavenna.

La linea segue la via Ielmi-Mezzera (1933), scalata in inverno dai fratelli Lisignoli nel 1986.  “Noi –  ha riferito Manzi a Montagna.tv – abbiamo aperto una variante diretta di sei tiri verso la cima”.

Dal racconto di Simone Manzi

“Più che una lunga giornata è stata un’epopea, ma a distanza di qualche giorno e con alcune ore di riposo si può assaporare appieno quella che è stata un’avventura con la A maiuscola, il completamento di un sogno ammirato e tenuto d’occhio da tanti anni ormai, intere stagioni passate con il binocolo in mano provando a immaginare tracciato e condizioni. Soprattutto 4 anni fa quando la colata di ghiaccio e neve è arrivata ad avere un volume mai visto prima e che mi si ripresentava giorno dopo giorno davanti alla finestra di casa a Chiavenna come a prendermi per il … perchè avevo avuto la bella idea di rompermi un calcagno in falesia. Adesso posso dire che l’attesa è stata ben ripagata!

Partiamo lunedì mattina da casa, risaliamo prima la strada e poi il faticoso seppur breve avvicinamento e ci lanciamo in questa pazza corsa lungo esili colate, salti ghiacciati e diedri per finire sulle delicate placche degli ultimi tiri con un susseguirsi di lunghezze continue ed esigenti tutte da scoprire e attrezzare fino a sbucare poco sotto la cima sinistra del selvaggio Pizzo di Prata e proseguire in cresta fino alla croce di vetta!

La discesa è stata ancora un’altra storia, una giornata piena di per sé che si è conclusa a Pratella a mezzanotte, 18 ore dopo essere partiti!”

 

Linea di misto sulla parete Nord-Est del Pizzo di Prata, salita da Simone Manzi e Simone Giacomelli. Fonte: Simone Manzi/Reel

Pizzo di Prata (2.727 m)

A Chiavenna, il Pizzo di Prata (chiamato localmente Pizzon), si erge sulla Valchiavenna come una imponente piramide rocciosa. La sua temibilissima parete Nord, un impressionante muraglia di quasi 700 metri, è una delle maggiori della Val Bregaglia. Dalla vetta, precipita sulla val Schiesone  su cui persero la vita molti alpinisti nel tentativo di aprirvi una via. Tanti hanno salito il Pizzo da Sud, da Est e da Ovest. Pochi da Nord.

La prima ascensione su questo spaventoso versante fu probabilmente  la solitaria del 1920 del prete-alpinista Don Giuseppe Buzzetti, anche se c’è chi ritiene sia solo leggenda. Nel luglio 1934, Don Buzzetti scomparve  misteriosamente, forse in alta val Codera, mentre tornava dalla Val Masino alla Val Chiavenna, e il suo corpo non fu mai ritrovato.
Ci salirono poi due cordate di Chiavenna, Mezzeri-Ielmi-Rosmini nel 1928 e Mezzera-Ielmi-Vismara nel 1933. Approfondimento