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4 Aprile 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Spedizioni primaverili sugli 8000: aggiornamenti da Manaslu, Dhaulagiri, Annapurna

Manaslu, aprile 2023. ©SST. Fonte: Adriana Brownlee facebook

Manaslu (8.163 m)

Dopo tre settimane sul Manaslu, la norvegese Kristin Harila e il suo fotografo Matiasmy Klebust, insieme al nepalese Geljen Sherpa, hanno lasciato il Campo Base e sono tornati in elicottero a Kathmandu.
“L’acclimatazione è andata molto bene ma le condizioni meteo erano difficili. Troppa neve, valanghe e difficoltà a salire, così abbiamo deciso che sarebbe stato più sicuro tornare indietro. Ora ci riposiamo a Kathmandu e pianifichiamo la nostra prossima mossa!”, informava ieri Harila.
“Si è parlato di sicurezza e del fatto che io non abbia affrontato l’argomento – continua la norvegese –  quindi credo sia importante ribadire il fatto che tengo molto ai miei sherpa e al mio team e che abbiamo deciso tutti insieme che la cosa più sicura da fare in questo momento era tornare a Kathmandu e pianificare di nuovo la nostra prossima mossa. Sono grata a tutti voi che mi seguite e mi sostenete nelle mie avventure e non vedo l’ora di condividerne altre con voi. Poichè molti di voi mi hanno chiesto della mia spedizione 2023, quello che posso dire ad oggi è che è proprio dietro l’angolo…”.

Kristin Harila. Fonte facebook, aprile 2023. Fonte facebook

Adriana Brownlee,  scesa a Samagaon in attesa di condizioni migliori della neve, ha commentato così:
“… Parte della squadra è tornata a Kathmandu per un altro progetto (compreso il mio compagno Gelje  che già mi manca), quindi al Campo Base siamo solo 3 sherpa, 2 alpinisti ed io. È una piccola squadra  ma ambiziosa e speriamo di utilizzare la prossima finestra con saggezza. Grazie a tutti per avermi sostenuta e seguita finora!!
Sono emozionata per Gelje, tifo per lui da qui mentre si avventura sull’ultima vetta del progetto 14×8000!”

Kristin Harila ha affermato in molte occasioni che i negoziati con la Cina per ottenere i permessi di scalata per Cho Oyu e Shisha Pangma, procedono bene. Recentemente, un piccolo segnale di apertura c’è stato: dal 15 marzo il paese ha, infatti, iniziato a rilasciare i visti ai turisti stranieri, ma non ancora agli alpinisti.

Ricordiamo che Harila vorrebbe effettuare la doppia salita degli Ottomila in due stagioni, per stabilire un nuovo primato: 2x14x8000m (l’anno scorso ha scalato 12x8000m, esclusi Cho Oyu e Shisha Pangma).
Gelje Sherpa deve scalare solo il  Cho Oyu per completare i 14x8000m, pertanto è probabile lo tentino insieme.

Geljen Sherpa, febbraio 2023. Fonte facebook

Sophie Lavaud e Dawa Sangay, in cima al Mera Peak, 27 marzo 2023. Foto: @dawasangay_ & @sophie_lavaud. Fonte: S. Lavaud facebook

Nel frattempo, Sophie Lavaud, a cui mancano solo Shisha Pangma (vetta principale) e Nanga Parbat per completare la Corona dell’Himalaya, il 27 marzo, a mezzogiorno, ha scalato il Mera Peak (6.454 m) con la sua guida Dawa Sangay.
“Una salita davvero interessante – ha postato la svizzera – Eravamo soli sulla montagna. Un duro lavoro per Dawa Sangay che ha fatto traccia e aperto la via. Siamo saliti sulla cresta dalla via normale per evitare enormi crepacci ! Ottima salita e buona acclimatazione”.

Dhaulagiri (8.167 m)

Uta Ibrahimi, prima donna albanese a raggiungere la vetta dell’Everest (8.848 m) e prima donna dei Balcani a scalare 6 Ottomila – Everest (8.848 m), Manaslu (8.163 m),  Cho-Oyu (8.201 m), Lhotse (8.516 m), Gasherbrum I (8.080 m) e  Annapurna I (8.091 m) – è in Nepal per tentare il Dhaulagiri (8.167 m).

“Sono stata dodici volte in spedizioni himalayane, comprese  vette di 8.000 metri in Nepal, Pakistan e Tibet – scrive Uta –  Ogni volta, provo una forte eccitazione, felicità e divertimento, ma so anche che c’è voluta moltissima preparazione per arrivarci.
Dall’allenamento fisico e mentale, alla ricerca dei finanziamenti e al duro lavoro per realizzare [le scalate].
Queste spedizioni sono tutt’altro che facili. Eppure, nonostante ciò, c’è qualcosa di veramente indescrivibile e di impressionante nello stare in cima a queste vette che fa sì che ne valga la pena tentarle.”

Uta Ibrahimi: preparativi per la spedizione sul Dhaulagiri, primavera 2023. Fonte facebook

Annapurna (8.091 m)

Mariusz Hatala (sx) e Adam Bielecki (dx) in Nepal, 3 aprile 2023. Fonte Polski Himalaizm Sportowy

Sono arrivati in Nepal, dopo una prima acclimatazione sulle Ande cilene, i polacchi Adam Bielecki e Mariusz Hatala che, insieme al tedesco Felix Berg tenteranno di aprire una nuova via sulla parete Nord-Ovest dell’Annapurna (8.091 m).
Due giorni fa, Mingma G (Image Nepal) ha comunicato che il 29 marzo  tre sherpa della sua agenzia e tre di Elite Exped hanno attrezzato la via fino a  Campo 3.
La maggior parte degli alpinisti attualmente al Campo Base ha completato le rotazioni e attende una  finestra favorevole per tentare la vetta. Tra loro, i pakistani Shehroze Kashif  e Sajid Ali Sadpara. “Ci vuole molta pazienza, resistenza e fiducia in noi stessi e negli elementi – scrive Kashif –  Tuttavia, è anche un’occasione per godere della bellezza mozzafiato delle cime circostanti e per apprezzare viste magnifiche. Nell’attesa, ci prepariamo fisicamente e mentalmente al viaggio che ci aspetta. Verifichiamo la nostra attrezzatura, perfezioniamo i nostri piani e ci adattiamo all’alta quota. Sappiamo che più attendiamo, maggiore sarà la ricompensa per la salita. Ma aspettare il bel tempo può essere impegnativo. Controlliamo ogni giorno le previsioni con ansia, sperando in una finestra di cielo sereno e venti moderati, condizioni favorevoli per la nostra salita. Ci fidiamo del nostro istinto e restiamo vigili costantemente, pronti a muoverci rapidamente se il tempo peggiora.”

Shehroze Kashif Annapurna, aprile 2023. Fonte facebook

Annapurna, aprile 2022: Sajid Sadpara e Nirmal Purja. Fonte S. Sadpara