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26 Marzo 2014

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TALUNG NORD. Bernasconi, Corona e Panzeri verso la cima inviolata

TALUNG NORD. DANIELE BERNASCONI, MARIO PANZERI E GIAMPAOLO CORONA VERSO UNA NUOVA IMPRESA

Daniele Bernasconi e Mario Panzeri, i due noti alpinisti lombardi e  Giampaolo Corona, guida alpina e soccorritore alpino trentino, con all’attivo numerose vette extraeuropee tra Nepal, Pakistan e India partiranno il 31 marzo 2014 con l’obiettivo di aprire una nuova via sul Pilastro Nord Ovest del Talung (7349 mt), al confine tra il Nepal e la regione indiana del Sikkim.

La cima è stata salita per la prima volta nel 1964, da allora è stata scalata altre tre volte, l’ultima nel 2013. Il Pilastro Nord Ovest risulta ad oggi ancora inviolato.

65 giorni di spedizione in un percorso che seguirà la valle del Tamur sino alle sorgenti poste ai piedi della parete nord del terzo ottomila della terra.

ITINERARIO

La partenza è da Taplejung e la prima parte dell’itinerario si snoda tra le colline pre-himalayane, tra etnie Cetri, Limbu, Gurka del Nepal classico. Lo spettacolo di questa regione è tra i più affascinanti di tutto il Nepal ed è ben documentato nel libro di Vittorio Sella che nel lontano 1899 compì il periplo del massiccio. Il primo campo sarà a Kyapra, un villaggio costituito da pochi nuclei abitati.

Oltre Kyapra, il team si addentrerà in un’area abitata da Sherpa e da Tibetani, emigrati qui dopo l’occupazione cinese del Tibet. La tappa successiva sarà Ghunza, caratteristico villaggio dalle case in legno, la vista sulle alte montagne, tra cui lo Jannu e le cinque vette del Kangchenjunga. Da Ghunza, il campo si sposterà a Kambachen, punto di partenza per alcune ascensioni al massiccio del Kangchenjunga. Il percorso continuerà verso Lonak, un’oasi transhimalayana, dove si stabilirà il Campo Base.

“La rilevanza della spedizione a livello alpinistico è notevole per l’abbinamento difficoltà/quota su uno sperone ancora inviolato, soprattutto dopo aver visto svariati tentativi di salita” spiega Giampaolo Corona. “Oggi, sempre più alpinisti si cimentano in tentativi di apertura di nuovi itinerari su montagne più basse di quota, ma con difficoltà tecniche maggiori. Piccoli gruppi, in autosufficienza” afferma l’alpinista trentino.

Corona è un esperto del settore, dal 2001 ha intrapreso 8 spedizioni tra Nepal, Pakistan e India raggiungendo le vette di Makalu, Nanga Parbat, Broad Peak, Lhotse, Gasherbrum II e Dhaulagiri. Tutte senza uso di ossigeno supplementare e portatori d’alta quota. In stile alpino, ha salito diverse cime inviolate in Miyar Valley (India) e nella zona del Batura (Pakistan).

“Piu che una sfida nei confronti della montagna è una maniera per mettersi in gioco” sottolinea Corona. “Dovremo essere prudenti, le condizioni di innevamento della montagna e il meteo saranno determinanti.”

Uno dei rischi maggiori che i tre alpinisti affronteranno è rappresentato dalla permanenza in altissima quota. “Certe altitudini si affrontano con la giusta preparazione fisica e un’acclimatazione per gradi” sostiene Corona. “Fondamentale però, avere la giusta condizione mentale” aggiunge.

Il rientro del team è previsto per i primi di giugno.

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