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23 Ottobre 2014

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LA VOCE DEI MONTI 2014. Castelfranco Veneto (TV), 7-14-21-28 novembre e 7 dicembre

Capanna Punta Penia - fonte: vimeo.com

Capanna Punta Penia – fonte: vimeo.com

LA VOCE DEI MONTI. APPUNTAMENTO CON LA XVII EDIZIONE, TUTTI I VENERDì DI NOVEMBRE E IL PRIMO VENERDI’ DI DICEMBRE A CASTELFRANCO VENETO

L‘associazione Culturale Le Tracce e la sezione CAI di Castelfranco Veneto propongono la XVII edizione de “La voce dei Monti”. Conferenze e proiezioni presso il Centro Don Ernesto Bordignon, in via Bassano, 16 a Castelfranco Veneto (TV).

Il ciclo si aprirà venerdì 7 novembre, con lo spettacolo “In capo al mondo – In viaggio con Walter Bonatti” di Luca Radaelli e Federico Bario, unica serata che si terrà presso il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto,

L’inizio delle proiezioni è fissato per le ore 20.45.

Ingresso libero.

Tra gli appuntamenti che rientrano nell’ambito della rassegna, anche una mostra “La Montagna Illustrata”, di Gino Buscaini,  che rimmarrà allestita dal 7 al 21 novembre 2014 presso la Galleria del Teatro Accademico di Castelfranco Veneto.

IL PROGRAMMA 2014

Venerdì 7 novembre (unica serata presso il Teatro Accademico di Castelfranco Veneto)
“In capo al mondo – In viaggio con Walter Bonatti”
spettacolo di Luca Radaelli e Federico Bario

Venerdì 14 novembre
“Nell’aria sottile…sogni e rinunce”
immagini e riprese di Annalisa Fioretti

Venerdì 21 novembre
“Viaggiare lungo i sentieri dell’armonia”
videoconferenza di Fausto De Stefani

Venerdì 28 novembre
“Capanna Punta Penia, appunti di vetta”
conferenza e proiezione del film di Davide Menegazzi e Luca Sella

Venerdì 7 dicembre
“Con la testa tra le nuvole”
videoconferenza di Venturino De Bona

Walter Bonatti. Fonte immagine: pagina facebook "In capo al mondo"

Walter Bonatti. Fonte immagine: pagina facebook “In capo al mondo”

LE SERATE, IN DETTAGLIO

“In capo al mondo – In viaggio con Walter Bonatti”
spettacolo di Luca Radaelli e Federico Bario

Walter Bonatti (1930-2011) ha compiuto fin da giovanissimo le imprese alpinistiche più estreme dell sua epoca. Uno dei più grandi alpinisti di sempre, l’ultimo grande esploratore.
Luca Radaelli è nato a Lecco, una delle capitali mondiali dell’alpinismo. A Lecco tutti vanno in montagna, parlano di montagna. Luca ama la montagna, ma ha scelto di occuparsi di teatro. Qual è il nesso? L’incontro con Walter Bonatti è avvenuto, non a caso, in una sala teatrale in una serata a lui dedicata: l’incontro con un eroe del nostro tempo. Che cos’è un eroe? Chi conduce una vita esemplare e quale vita è più esemplare di quella di Bonatti? Ma dietro ogni vita ci sono mille contraddizioni, così bisogna scavare per capire. Per trovare l’uomo, come avrebbe detto lui. In capo al mondo è il racconto dell’epoca degli alpinisti pionieri, priva di grandi sponsor e di grandi mezzi tecnologici. Il racconto delle grandi scalate del Dru, del Cervino, del Gasherbrun IV, dei successi internazionali così come delle sconfitte: la tragedia del Monte Bianco, e quella sfiorata del K2. Il passaggio dall’esplorazione in verticale a quella in orizzontale, nel vasto mondo. La celebrità, l’amore, la morte. Dietro Walter Bonatti non ci sono solo le leggendarie imprese alpinistiche, né le celebri esplorazioni condotte per Epoca, dietro Bonatti c’è una filosofia di vita. C’è la volontà di arrivare alla meta senza compromessi, in un confronto leale con la Natura. C’è la curiosità, la voglia di conoscere, quella che condusse Ulisse oltre le colonne d’Ercole. C’è l’umiltà di confrontarsi con culture diverse dalla nostra, magari da noi considerate arretrate e invece più sagge perché in armonia con gli elementi naturali. C’è un grande senso della giustizia, quello che portò Bonatti a lottare per cinquant’anni, ostinatamente, per ristabilire la verità sulla spedizione del K2. Perché sono gli uomini a incrinare l’armonia del mondo, con le invidie, le falsità, gli opportunismi. L’ideale di Bonatti è invece un ideale di purezza. Così, ripercorrendo la vita di un uomo, noi compiamo una riflessione sulla vita di ogni uomo. Ognuno di noi, anche se non arriverà a compiere le imprese di Bonatti, si dovrà confrontare con le proprie sfide, con i propri traguardi, dovrà scegliere tra la purezza e il compromesso, tra la giustizia e l’opportunismo. Ognuno di noi dovrà ricordare che non si è fatti “per viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza”.

Lo spettacolo si svolge sotto forma di narrazione. Lo spazio è modulare, definito da forme che si compongono e si sciolgono, alludendo ai bagagli di una spedizione, a rocce, a pareti. Su di esse, immagini proiettate creano suggestioni, rimandano ai fatti narrati. Un musicista, Maurizio Aliffi, tesse con la sua chitarra una trama di note che accompagna, sottolinea, intervalla, aggiunge drammaticità o dolcezza alla parola recitata. Così la narrazione si accompagna alla musica dal vivo, proiezioni di immagini spettacolari ci immergono nelle imprese di Bonatti. Un attore e un musicista ci guidano nella più coraggiosa delle spedizioni: la realizzazione dei sogni di un uomo libero.
“Nell’aria sottile…sogni e rinunce”
immagini e riprese di Annalisa Fioretti

Annalisa Fioretti vive a Milano dove svolge la professione di medico Pneumologo. Da anni si occupa delle patologie legate all’alta quota e pratica attivamente l’arrampicata, lo skyalp e alpinismo (anche himalayano).
Negli anni passati ha lavorato in Himalaya e in Karakorum in qualità di medico di spedizione, ho partecipato al tentativo di scalata al Cho Oyu (8201m) come medico d’alta quota e nel 2011 ha effettuato un tentativo di scalata del Gasherbrum II (8035m) purtroppo fallito perché ha partecipato a due soccorsi in alta quota salvando due vite umane.
Nel 2012 tenta di salire il Gasherbrum I cercando tracce di alcuni amici morti nella stessa montagna durante un tentativo di scalata invernale, anche per cercare di capire cosa fosse successo. Deve fermarsi al Campo 2 fermati per le condizioni pericolose della montagna.
Nel 2013 viene invitata a tentare la salita del Kangchenjunga (8586m), la terza montagna del pianeta per altezza, la più difficile tecnicamente di tutti gli 8000 himalayani, situata al confine tra Nepal e lo stato indiano del Sikkim, una delle più affascinanti come posizione e come maestosità, non ancora scalata da nessuna donna italiana. Con grande onore e cosa rara per una donna, viene proposta come capo-spedizione e riesce a raggiungere la quota di 8450m, realizzando il record italiano femminile di quota raggiunta su quella montagna senza ossigeno e riuscendo a portare in salvo 4 persone che altrimenti sarebbero rimaste lassù assieme agli altri 5 amici morti.
Per le prossime esperienze Himalayane Annalisa si propone anche di lavorare a un studio scientifico che ha come obiettivo la diagnosi preventiva dell’HAPE (edema polmonare d’alta quota) tramite l’ecografia polmonare. e in aggiunta proseguire la collaborazione con gli amici della WFN (Woman Foundation of Nepal) associazione di aiuto a donne maltrattate e ai bimbi orfani di Kathmandu mediante la creazione di un ambulatorio funzionante e attrezzato.

Con la sua conferenza Annalisa ci parlerà di tutte le problematiche che si vivono oggi lungo la via di salita all’Everest. Presenterà le foto della spedizione al Lhotse del 2014 che ha dovuto rinunciare alla vetta per l’incidente avvenuto sull’ice fall che causò la morte di 19 sherpa.
Il clima che si è creato rispecchia esattamente la situazione attuale in cui molte persone senza esperienza e capacità tecniche, decidono di affrontare un 8000 classificandolo come “facile”. Non esistono 8000 facili nè 8000 sicuri. Un 8000 è sempre un 8000! Le condizioni di un 8000 “facile” possono cambiare nel giro di pochi minuti. Ormai le spedizioni commerciali propongono la salita all’Everest come una specie di gita dove basta pagare per salire e dopo quanto è accaduto parlano di by-passare l’ice fall, almeno per quanto riguarda i carichi, con l’uso di elicotteri…scandaloso!!!
Annalisa presenterà anche “Kangchenjunga, i cinque forzieri della grande neve” un film che narra della spedizione 2013.
“Viaggiare lungo i sentieri dell’armonia”
videoconferenza di Fausto De Stefani

Fausto de Stefani è nato in provincia di Mantova nel 1952 e vive a Castiglione delle Stiviere. Accademico del C.A.I., Istruttore Nazionale di Alpinismo, Accademico del Groupe Haute Montagne francese, Socio Onorario del C.A.I. e alpinista di fama internazionale, Fausto è il sesto uomo al mondo ad avere scalato le quattordici montagne più alte della terra. A queste si devono aggiungere altre salite importanti: Diamond Couloir alla Cima Nelion 5.188 m (Kenia) Prima italiana; Via degli italiani nel Gruppo Monte Nakra 4.700 m (Caucaso) Prima assoluta; Pik Korsenzskaia 7.015 m, Prima italiana, Pik Citiri 6.400 m, Prima italiana e Pik Nkwd 6.050 m, Prima italiana (Kirghizistan); Via dei Seracchi Punta Alessandra 5.119 m (Gruppo del Ruwenzori, Zaire) Prima assoluta; Parete Nord Ovest del Ausangate 6.370 m (Perù) Prima assoluta; Nowshak 7485 m (Hindukush, Afganistan) Prima Italiana.
Fotografo, naturalista, ex-presidente di Mountain Wilderness, da oltre quindici anni impegnato in un’attività di educazione ambientale con proiezioni e mostre fotografiche nelle scuole e in altri luoghi. È stato protagonista dell’iniziativa Free K2 (Spedizione Internazionale ecologica) che nel 1990, assieme ad altri alpinisti, lo ha visto liberare il campo base e la via di salita del K2 da tonnellate di rifiuti e corde lasciati lì. Il suo impegno di alpinista ed ambientalista lo portano a lavorare sia nelle nostre montagne che in quelle lontane dei popoli himalayani. L’amore per questa gente e queste culture hanno fatto nascere nel 2000 un progetto di solidarietà di cui Fausto è stato il promotore, che si è concretizzato nel 2003 con la realizzazione di una scuola in Nepal con vitto e alloggio per settecento bambini di strada.

Ripercorrendo le tappe significative dell’attività alpinistica che lo hanno visto sulle più alte vette del mondo, l’autore affronta argomenti relativi a varie realtà geografiche e montane. Vengono visitati vari ambienti, dai più famigliari a quelli estremi d’alta quota, con osservazioni naturalistiche e tecniche, in costante riferimento alla dimensione umana delle esperienze vissute. Sono documentati e commentati aspetti etnografici anche in relazione ai diversi usi e costumi. Particolare rilievo viene dato al rapporto uomo-ambiente, sotto il profilo culturale e dei valori generazionali.
Viaggiare lungo i sentieri dell’armonia. Tutti noi siamo il risultato delle esperienze della nostra vita. Tutti noi siamo depositari di una storia che è iniziata quando siamo nati e che ora vive e pulsa in noi. La mia è una storia di viaggi, di incontri. Il primo, forse il più importante, risale all’infanzia, con un vagabondo/libero pensatore di nome Mandelo. Con lui ho cominciato il mio viaggiare, a vedere con la fantasia mondi, montagne, ghiacciai. Grazie a lui, la curiosità del viaggio e della conoscenza sono entrate in me, portandomi successivamente nel mondo alla ricerca di cime da scalare, silenzi da ascoltare e spazi da respirare. Ho incontrato luoghi incontaminati e popoli la cui esistenza di dignitosa bellezza, malgrado la povertà e la durezza estrema delle loro condizioni di vita, mi ha fatto alzare lo sguardo fino ad approdare a nuove dimensioni, affermando con convinzione che è inutile andare lontano con le gambe se non si è capaci di andare lontano con lo spirito! Questa, forse, è la lezione più importante che ho imparato e che mi ha portato a dedicarmi proprio a loro – “al mondo offeso“ – con l’urgenza sempre più forte di offrirgli una possibilità di riscatto sociale. Così è nata in Nepal, la Rarahil Memorial School di Kirtipur, una scuola che oggi ospita tantissimi bambini e ragazzi poveri per il ciclo completo di studi a cui, recentemente, si è affiancato un ambulatorio medico per l’intera comunità.

CAPANNA PUNTA PENIA – appunti di vetta – TRAILER from controlloZeta on Vimeo.

“Capanna Punta Penia, appunti di vetta”
conferenza e proiezione del film di Davide Menegazzi e Luca Sella

ControlloZeta è un duo di videomaker composto da Davide Menegazzi e Luca Sella. I due entrano in contatto lavorando rispettivamente come operatore e fonico nel campo delle produzioni televisive. Cominciano a collaborare assiduamente dal 2008, realizzando documentari, installazioni video, cortometraggi e video industriali. Davide Menegazzi è nato a Treviso nel 1979. Da sempre coltiva la passione per la montagna, trasmessagli dalla famiglia, in particolare per le Dolomiti. Nelle ultime tre stagioni ha gestito il Rifugio Capanna Punta Penia, instaurando un rapporto stretto con la Marmolada e con le montagne che la circondano. Recentemente si è dedicato all’arrampicata, attività che affianca alla sua passione per le passeggiate e all’alpinismo in genere. Luca Sella è nato a Castelfranco Veneto nel 1980. Camminatore di pianura, nell’estate del 2012 ha vissuto la sua prima esperienza oltre i 3000 metri, calzando scarponi e ramponi, impugnando per la prima volta una piccozza e passando tre mesi in vetta alla Marmolada, gestendo il Rifugio Capanna Punta Penia.Tra le loro collaborazioni: Per trenta secondi di TV (2009, documentario, COSES), Legno misantropo (2010, cortometraggio, controlloZeta), Liebe 2010 (2010, cortometraggio, controlloZeta), Gli Alchemici Alambicchi di Orfeo (2010, documentario, Comune di Castelfranco Veneto, Conservatorio “A. Steffani”, Ministero dell’Istruzione dell’Università e Ricerca), La realtà del lavoro in AIA (2011, documentario, IRES), Protocollo 77 (2012, mediometraggio, NEDAC), Capanna Punta Penia (2013, documentario, controlloZeta).

Il lavoro prende le mosse dal fatto che il Rifugio Capanna Punta Penia, il più alto delle Dolomiti, è destinato a subire un rinnovamento. Dopo un anno di ricerche, appunti, viaggi e incontri, gli autori hanno trascorso i tre mesi dell’estate 2012 in vetta alla Marmolada, gestendo il rifugio e cercando di immortalare questo luogo storico destinato a cambiare, raccogliendo testimonianze e confrontandosi in prima persona con tutte le difficoltà legata alla vita ad alta quota. Attraverso la diretta esperienza e la rievocazione tramite interviste ad ex-gestori, alpinisti e a persone legate alla Capanna, si è cercato di creare un flusso narrativo che non ha la pretesa di sviscerarne la storia, ma che punta invece a presentare sotto forma di veloci appunti varie vicende e aneddoti ad essa collegati. L’obiettivo è restituire almeno in parte il suo significato e la sua importanza e lasciare un ricordo a chi la ama e a chi non la potrà mai vedere nella sua forma originaria.

“Con la testa tra le nuvole”
videoconferenza di Venturino De Bona

Venturino De Bona è nato a Longarone nel 1964 e da dieci anni è il gestore del rifugio Torrani al Civetta. Ha iniziato ad arrampicare nel 1986 nella falesia di Igne. Fino ad allora aveva frequentato la montagna come camminatore, ma da quel momento ha cominciato a guardarsi attorno con occhi diversi; ogni Volta che passava sotto una parete immaginava vie nuove di salita, affascinato dalla possibilità di scoprire se quello che aveva intuito con la fantasia avrebbe potuto rivelarsi fattibile. Questa è la ragione per cui lo hanno sempre attirato di più le vie nuove, anche se all’inizio si è comunque dedicato alle ripetizioni di vie classiche, e di itinerari moderni sempre più impegnativi. In quegli anni ha fatto alcune ripetizioni di vie considerate molto difficili come: “Attraverso il pesce”, “Fram”, “Variante Italia”, “Andromeda” tutte sulla parete sud della Marmolada. Poi negli anni seguenti, dal 1992 al 2001, ha aperto circa 50 vie nuove tra cui: “Andamento lento” in Val Scura con Gigi Dal Pozzo e Maurizio Fontana, “Perpendicular” sul Sasso delle Dieci nel gruppo del Boe, “Don’t worry be happy” sul Sasso delle Dieci nel gruppo del Boe, “Black night” sul sasso delle Nove nel gruppo del Boe, “Change of season” sulla Seconda Torre del Camp-Moiazza, “Attenti ai mosconi” Torre Jolanda-Moiazza, “Wanderfull” Torre Jolanda-Moiazza, “Filippo asino da scippo” sulla parete nord della Rocchetta di Bosconero, “Poker d’asini” sulla parete nord della Rocchetta di Bosconero, “Piccola perla” sul Sasso di Tovanella con Gigi Dal Pozzo, “Filtro magico” sullo Spiz Sud Agner con Gigi Dal Pozzo. “Cenerentola” sul Becco d’Aquila-Agner con Gigi Dal Pozzo, “Wody Wood Peker” sulla parete sud dell’Agner con Gigi Dal Pozzo, “Peperoncino alla canfora” sulla parete sud dell’Agner con Gigi Dal Pozzo, “Riporta a casa Lessie” sulla parete ovest del Mulaz con Gigi Dal Pozzo, “Magia nera” sulla parete ovest del Mulaz con Gigi Dal Pozzo, “Sbalzo termico” sulla parete ovest del Mulaz con Gigi Dal Pozzo, “Belli freschi” sulla Torre d’Alleghe-Civetta, “Turn-over” sulla De Gasperi dalla Val dei Cantoni-Civetta, “Nuvole barocche” sulla parete nord-ovest della Civetta con Piero Bez e “W Mexico cabrones” sulla parete nord-ovest della Civetta in solitaria.

Questa è una delle poche uscite pubbliche di Venturino che con una proiezione di immagini, le prime scattate alle nuvole dal rifugio Torrani, cercherà di raccontare la sua storia. Figlio di Agostino De Bona (cacciatore e malgaro a Casèra di Cornia), dapprima è andato per sentieri sulle montagne di casa cercando le tracce degli animali, poi, sempre con gli scarponi, su per le falesie di Igne. È lì che è nato il desiderio profondo di scalare le pareti, con le scarpette, perché si sale meglio! Dalle prime importanti ripetizioni degli esordi, fatte ad intuito, senza relazioni e qualche volta sbagliando, poi maturando esperienza su esperienza sulle grandi pareti e in special modo la Ovest della Civetta, corteggiata per anni riuscendo infine ad aprire vie impensabili come “Nuvole barocche” 9 +.
Ma al di là delle sue vie alpinistiche Venturino ci racconterà anche dei suoi viaggi in giro per il mondo e delle sue stagioni sul nido d’aquila del rifugio Torroni a contatto con alpinisti

Info: vitomason@yahoo.it

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