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6 Febbraio 2014

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NANGA PARBAT. MB in chat con Daniele Nardi dal Campo Base

NANGA PARBAT. MOUNTAINBLOG IN CHAT CON DANIELE NARDI

Raggiungo Daniele Nardi via chat mentre si trova al Campo Base del Nanga Parbat, dopo una prima fase di acclimatamento condotta sul Ganalo Peak.

Daniele come sei riuscito a sistemarti al CB? e quali sono le condizioni?
Il CB è in buone condizioni, devo ammettere che la casettina di Moro ci è molto comoda, anche se la occupano i poliziotti e lo staff, e a me tocca la tenda al gelo! Anzi un grazie a Simone che ce l’ha concessa.

Di che casettina si tratta?
E’ una casettina di roccia e cemento che ha fatto fare non so quando e che ha destato diverse polemiche perché tanti volevano questo luogo wild, credo che lui l’abbia fatta fare in previsione di un secondo tentativo da questo versante, e per lasciare qualcosa agli abitanti della valle… non tutti l’hanno presa bene, ma a noi in questo momento fa comodo: immagina un parallelepipedo con porta e finestra di legno, fatto in legno, sassi e un po’ di cemento 

Quindi al CB non sei solo, quante persone siete?
Non sono solo nel senso che insieme a me ci sono 6 pakistani, 3 poliziotti, il cuoco, l’aiuto cuoco ed Ali che è il capo di Alpine Adventure Pakistan, che mi vuole sempre accompagnare al campo base; è lui che mi organizza le spedizioni in Pakistan, è un amico ormai.

Mentre sul Ganalo finora ci sei andato solo: è più difficile del previsto muoverti da solo, o è come te lo aspettavi?
Sulla montagna è dura da soli, sono salito a circa 5200m qualche giorno fa prima della perturbazione e non hai scampo, ero solo e la traccia te la devi battere tutta tu, non è che ad un certo punto puoi fermarti e dire passa avanti. Ali vorrebbe aiutarmi ma sta meno che a zero, e quindi rimane al campo base.
Come me l’aspettavo? Si, solo, con la testa che ti mette lo sgambetto, e tu che stai li a mantenere la concentrazione, pero è vero che quest’anno mi resta semplice: sono veramente motivato e sto bene.
Certo guardare lo sperone Mummery, che l’anno scorso era molto più innevato, con ghiaccio blu, mi ci fa pensare per davvero, l’altro giorno mi sono infilato in un crepaccio mentre scendevo, questo è quello che mi fa più paura.

Quindi che condizioni di neve stai trovando?
Molta neve in basso, una neve strana tra l’altro, mentre in alto sembra che il vento ed il sole abbiano inchiodato tutto; certo non sono salito così in alto da sperimentarlo ancora, ma a vista in basso sembra ci sia molta neve in basso e in alto invece molto pulito, forse troppo; questo un po’ mi preoccupa, comunque nei prossimi giorni mi renderò conto meglio.
Sicuro è che il tempo è mooolltto più clemente che l’anno scorso…: quando faceva brutto staccava le tende da terra… oddio speriamo che non me la sia lanciata!..
Comunque, la cosa importante è mettercela tutta, non è importante la prima, a me importa il messaggio che stò cercando di affermare per il futuro, e poi volevo vivere un esperienza solitaria da tempo, ed eccola qua.

Qual è il messaggio vuoi lanciare con questa solitaria?
Che vale la pena in alpinismo continuare a sognare e provarci, piuttosto che rimanere a casa o perseguire sempre le stesse cose, anche quando le percentuali di riuscita sono basse, molto basse. E che l’alpinismo si può e si deve raccontare per mezzo dell’esperienza che uno vive fino in profondità.
E che l’alpinismo himalayano, anche quello invernale deve spostarsi verso un’altra dimensione, legata alla velocità e alla leggerezza. Cosa accadrà quando tutti e 14 gli 8000 saranno scalati di inverno? lasceremo stare le invernali? la frontiera sta nel portare in inverno quello che è stato fatto in estate: velocità, stile alpino e magari anche lungo vie nuove o seminuove.
Questo è il mio sogno, sono rimasto affascinato e sconvolto quando i polacchi aprirono in inverno nell 1985 la via nuova sul Cho Oyu, quello è l’esempio che va perseguito.

Ok Daniele, sei stato molto chiaro. Programmi per i prossimi giorni?
Domani campo a 5200m campo, poi 5900 altro campo, e poi proverò a salire più cime possibili in direzione Ganalo Peak (6.600m) per terminare l’acclimatazione.
Questa per me è la parte più importante: acclimatarsi bene e cercare di salire qualcosa di nuovo qui a lato; vediamo cosa ne esce, il tempo sembrerebbe piuttosto buono. Fossi acclimatato ci starebbe bene un tentativo!.. 😉 –

Sai che domani Simone parte per il tenativo di vetta? Sei riuscito a sentirli?
No non sono riuscito perché ho internet che fa i capricci, però lo immaginavo, una finestra di questo tipo… difficile a ritrovarsi, gli auguro un bell’imbocca al lupo, spero che ce la faccia così posso continuare la mia spedizione senza pressioni, così come avevo dichiarato all’inizio: tanti stanno facendo il tifo a chi arriva primo, non è questo il senso di quello che sto facendo, come ti spiegavo prima. Ciao, buona notte (qui è già tardi!)

Buona notte!

Andrea Bianchi – Mountainblog.it

 

MOUNTAINBLOG IN CHAT CON SIMONE MORO – 06.02.2014

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