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15 Febbraio 2024

Climbing · Vertical · Aree Montane · Isole · Italia · Sardegna

“Amore che Vieni, Amore che Vai”: nuova via multipitch aperta da Mingolla, Amadio, Migliano in Sardegna

Federica Mingolla con Michele Amadio e Andrea Migliano nel Supramonte di Oliena, Sardegna, gennaio 2024. ©The Vertical Eye. Fonte facebook Mingolla

La via lunga 250 metri,  valutata 8a max, 7b+ obbl., si sviluppa sul Torrione del Lanaitto del Monte Uddé

Lo scorso gennaio, nel Supramonte di Oliena, in Sardegna, Michele Amadio, Andrea Migliano e Federica Mingolla hanno chiodato e liberato integralmente una nuova via multipitch lunga 250 metri, battezzata ‘Amore che Vieni, Amore che Vai’ (8a max, 7b+ obbl.).

La via di più tiri si sviluppa sul Torrione del Lanaitto del Monte Uddé.

Federica Mingolla racconta così l’esperienza sarda:

“Quando ho visto per la prima volta quel “pezzo di roccia” sono rimasta senza parole per la sua bellezza. Poi ho scoperto anche che quella roccia lasciava ancora spazio per nuove linee. Mi si è illuminato il viso quando subito dopo mi si è insinuata nella testa l’idea di andarci a mettere le mani sopra. E così abbiamo creato lo squadrone per dare vita al progetto: io , il micke (Michele Amadio) e ricciolino (Andrea Migliano). Inutile dire che per me era molto importante fare quest’esperienza con delle persone a cui voglio molto bene , perciò ecco spiegata la triade!”

“L’idea era quella di dare vita ad una linea che rispettasse eticamente i nostri stili di scalata e soprattutto che portasse il segno dei nostri rispettivi limiti (atletici e mentali). Dopo aver ripercorso l’anno passato le orme di Larcher, Vigiani e Oviglia in Sardegna mi sono appassionata del loro stile di apertura dal basso: semplicemente l’immagine di quel che sono loro. Per me questo è lo stile più bello, più puro, chiamiamolo etico… insomma lo stile che a parer mio dovrebbero portare tutte le linee aperte dal basso perché oltre che dare al tutto un po’ di pepe in più, credo sia quello che distingue l’arrampicata sportiva dall’ alpinismo. Scalare al tuo massimo, trovare qualcosa su cui appendersi ai cliff, fermarsi, recuperare il trapano, bucare, ripartire…”

“Il nome non è a caso. Nulla è al caso – precisa Mingolla – Nemmeno questa rimpatriata che ci ha fatto rivivere dei momenti incredibili assieme. E assieme abbiamo scritto qualcosa di indescrivibile, di indelebile, su questa roccia… e abbiamo riso, cantato, siamo volati lontano, sia con la testa che dagli spit, ci siamo ricordati che “quei giorni perduti a rincorrere il vento…” fanno parte di noi… e che le amicizie e la condivisione di questi momenti sono quello che rende questa vita così speciale”.

“Lascio ai ripetitori il compito di giudicare la bellezza dei tiri e la loro difficoltà (io nella libera ho dato il mio giudizio ma sappiamo bene che i gradi sono soggettivi) credo che questa sia per me la più bella avvenuta di apertura dal basso, dove lo stile e l’unione della nostra cordata sono stati determinanti per la buona riuscita”, conclude Federica.

La relazione completa