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22 Novembre 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Cho Oyu: perchè è così difficile aprire la via dal Nepal?

Csaba-Varga e gli Sherpa sul versante nepalese del Cho Oyu, autunno 2022. Foto Csaba Varga

Csaba Varga a ExWeb: “La via è dura, tecnica ed esposta alle valanghe”

Le agenzie di spedizione nepalesi sono determinate ad aprire una via commerciale sul Cho Oyu dal versante Sud del Nepal. Un nuovo tentativo potrebbe essere effettuato il prossimo inverno o forse prima, stanno valutando.

Pioneer Adventures è stata la prima a individuare nella cresta sud-sud-ovest del Cho Oyu la linea più adatta per una via commerciale. Interpellati da ExplorersWeb, hanno spiegato di essere  “in fase di pianificazione”. Lakpa Sherpa di 8K ha riferito che la sua agenzia deve ancora prendere una decisione. Seven Summit Treks, per il momento non ha risposto.

L’ungherese Csaba Varga quest’autunno ha scalato la montagna  insieme al piccolo team che ha raggiunto Campo 3. È stato l’unico alpinista non occidentale a salire una parte significativa della via, senza l’ausilio di O2 supplementare o il supporto di Sherpa, e da quello che ha visto, la via è tutt’altro che facile.

“Gli alpinisti dicono che il Cho Oyu dal Tibet sia abbastanza semplice da scalare, relativamente sicuro con tempo abbastanza stabile. Dal Nepal, invece, è l’opposto – racconta Varga a ExplorersWeb – “La via è ripida, soggetta a valanghe e il tempo piuttosto imprevedibile e instabile”.

Le difficoltà sul versante sud del Cho Oyu iniziano quasi subito. Dal Campo Base, la parete è accessibile solo dopo aver attraversato un ghiacciaio piuttosto precario. “Dal Campo 1 (5.900 m), la via sale su una grande e ripida parete di neve e ghiaccio, fino al Campo 3 a 7.200 m, spesso spazzata via dalle valanghe”, spiega Varga. “Sopra il Campo 3 c’è un enorme pianoro, lungo quasi due chilometri. Ci potrebbe atterrare un aereo! Anche la parte finale è ripida e difficile, una parete rocciosa/mista con diverse linee non aperte”.

“Mentre ero diretto verso il Campo 2, una valanga ha travolto il Campo 1 subito dopo la mia partenza – ricorda l’ungherese – Ho perso la maggior parte della mia attrezzatura. Dopo di che abbiamo dovuto spostare il Campo 1 in un luogo più sicuro”.

Il tempo è stato inesorabile durante l’intero tentativo di Varga. Per i primi giorni, la neve è caduta incessantemente. Quando alla fine il cielo si è rasserenato, il vento era così forte da rendere impossibile la scalata delle sezioni superiori della montagna.

“A mio parere, avremmo avuto maggiori possibilità se fossimo arrivati prima, a metà settembre”, ha riferito Varga. “Avremmo potuto avere la stessa finestra meteorologica che si è aperta sul Manaslu”. Il Manaslu è stato il motivo per cui il tentativo autunnale sul Cho Oyu è iniziato tardi. Le compagnie di spedizione hanno concentrato la loro logistica prima sul Manaslu e sul Dhaulagiri. Una volta terminate quelle spedizioni, si sono spostate sul Cho Oyu.

Varga ha scalato cinque Ottomila. Acquista dalle agenzie  solo il supporto logistico per arrivare al Campo Base, poi scala senza O2 supplementare o il supporto di Sherpa. Spera di tornare sul versante sud del Cho Oyu, ma non a breve. Di questa via dice: “E’ una via molto bella e impegnativa. Mi piace molto. Ma il Cho Oyu [dal Nepal] non sarà un 8.000 facile. Questa via è dura, tecnica ed esposta alle valanghe”. Il Cho Oyu dalla parete sud è una montagna completamente diversa”.