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15 Ottobre 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Una cordata giapponese apre una nuova via sulla NE del Cerro Kishtwar (6.173 m)

Il team giapponese in vetta. Foto arch. Genki Narumi, Yusuke Sato e Hiroki Yamamoto

“All Izz Well” (VI, WI5, M6, 1.500 m). E’ questo il nome della nuova linea. Il team ha dovuto affrontare una discesa epica: quattro giorni nella tormenta

Il Cerro Kishtwar (6.173 m) è diventato, fin dalla sua riapertura all’alpinismo internazionale, teatro di grandi avventure. L’ultima, è quella dei giapponesi Yusuke Sato, Hiroki Yamamoto e Genki Narumi che, tra il 20 e il 25 settembre scorso, hanno aperto una nuova via sulla parete Nord:  “All Izz Well” (VI, WI5, M6, 150o m).

Narumi ha dichiarato ad Alpinist.com, che il primo giorno, il team ha scalato i primi 1.000 metri della linea attraverso un canalone facile, seguito da una sezione di ghiaccio.
Il secondo giorno, l’obiettivo era raggiungere la cima affrontando i successivi 500 metri senza tenda o sacchi a pelo, e scendere rapidamente prima della chiusura della finestra di bel tempo, ma è stato molto più complicato del previsto.

“All izz well’ sulla NE del Cerro Kishtwar. Foto: Y.Sato/H.Yamamoto/G.Narumi

La scalata è iniziata su un pilastro di ghiaccio e poi su difficili tiri di misto fino alla parete superiore, dove rocce e ghiaccio sottile  hanno complicato le cose. I tre hanno continuato a salire nell’oscurità e alle ore 23 sono arrivati  in cima. Hanno immediatamente iniziato a calarsi, ma non immaginavano che  la loro discesa sarebbe durata quattro giorni.

Sorpresi da  una tormenta di neve e dalla caduta di valanghe ovunque, a mezzanotte hanno trovato un posto più o meno sicuro dove riposare. Al quarto giorno sulla montagna, hanno raggiunto il ghiacciaio, dove sono stati costretti ad aprirsi la strada in 1,5 metri di neve fresca. Sono riusciti a trovare la loro tenda al  CBA, crollata sotto il peso della neve.

Tenda sotterrata dalla neve al CBA. Foto arch. Genki Narumi, Yusuke Sato e Hiroki Yamamoto

Rimontato il Campo, hanno riposato, ma presto si sono resi conto che quello non era un posto sicuro  dove bivaccare e così, nel bel mezzo della notte, hanno deciso di muoversi,”nuotando con le braccia nella neve”. In 4 ore hanno percorso circa 200 metri fino a quando non hanno trovato una piccola grotta sotto la roccia.

Lì sono rimasti tutto il giorno successivo, in attesa che la neve si stabilizzasse. Alla fine, il sesto giorno, con il cielo schiarito, hanno completato la discesa fino al campo base.

Un po’ di storia…

Il Cerro Kishtwar fu scalato per la prima volta  il 20 settembre del 1993, dagli inglesi Mick Fowler e Stephen Sustad.
A causa dei conflitti politici tra India e Pakistan, la montagna fu chiusa per quasi 20 anni, fino a quando David Lama, Stefan Siegrist e Denis Burdet la risalirono nel 2011 da un nuovo percorso battezzato “Yoniverse” (1.200 m, WI5 6a), sulla parete Nord-Ovest.

Nel 2015, i membri di una cordata internazionale composta dagli sloveni Marko Prezelj e Urban Novak,  lo statunitense Hayden Kennedy  ed il francese Manu Pellissier aprono “Light before wisdom” (1.200 m, ED +, 5,11, WI6, M6, A2) sulla parete Est. La scalata ha valso loro uno dei Piolets d’Or 2016.
I  giapponesi,  sono stati ispirati da una foto di vetta di Marko Prezelj.

L’anno scorso, il tedesco Thomas Huber e gli svizzeri Stephan Siegrist  e Julian Zanker,  hanno completato la prima salita di una nuova via sulla parete nord-occidentale chiamata “Har Har Mahadev” (VII 5.11 A3+ M6).