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13 Maggio 2021

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Dhaulagiri (8167 m): il team rumeno-slovacco rinuncia alla Cresta Nord-Ovest

CB Dhaulagiri primavera 2021. Fonte: H. Colibasanu

Sfuma anche il terzo tentativo di Horia Colibasanu, Marius Gane  e Peter Hámor, quello che li ha portati più vicini alla vetta

Due giorni fa  Horia Colibasanu, Marius Gane (Romania) e Peter Hámor (Repubblica Slovacca) sono sopravvissuti a una valanga che ha seppellito la loro tenda.

Oggi, Colibasanu ha annunciato la rinuncia del team. Non si avventureranno nuovamente sulla Cresta Nord-Ovest del Dhaulagiri, viste le attuali condizioni della montagna. Sfuma così anche il loro terzo tentativo, quello che li ha portati più vicini alla vetta.

Il racconto di Colibasanu di quella notte a 6.800 m rende comprensibile la loro prudenza. Sebbene un seracco abbia riparato in parte il loro accampamento dal completo impatto della valanga,  i tre sono rimasti sepolti da un metro di neve all’interno della loro tenda. Hanno dovuto lottare con forza per uscirne. Colibasanu ha ricordato quei drammatici momenti in un audio registrato questa mattina:

“Non avevamo mai sperimentato una valanga dall’interno … Ci ha letteralmente schiacciati nella tenda. Abbiamo cercato di tenere una piccola sacca d’aria intorno alla bocca … Quando la valanga si è fermata, era completamente buio. Anche se eravamo tutti e tre nella stessa tenda, non riuscivo a sentire i miei compagni. Era tutto tranquillo. Tutto quello che potevo fare era cercare il mio coltellino tascabile. Sapevo che questa era la procedura in caso di caduta di una valanga su una tenda. Se non apri la tenda, non puoi uscire. Ho sentito che non c’era più aria. Ho estratto il coltello e sono riuscito ad aprire la tenda. Poi ho dovuto spostare quel metro di neve per salvarmi, ero carico di adrenalina. Prima è uscita la mia mano, quella con il coltello … e infine sono riuscito a respirare. “

“Dopo quanto accaduto e in base alle previsioni meteo abbiamo deciso di interrompere la spedizione. I rischi sono troppo alti e preferiamo tornare a casa “, ha concluso Horia.