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18 Luglio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Altri · Fly · Vertical · Resto del Mondo

Gulmit Tower (5.800 m): prima salita di Will Sim e Fabi Buhl. Impresa effettuata con il parapendio

Gulmit Tower (5810m) Karakoram, Pakistan. Fonte: hunzaadventuretours.com.pk

Da oltre trent’anni, squadre di alpinisti esperti tentavano di scalare la vetta di 5.800 metri

La remota Gulmit Tower, un monolite di granito di 5.800 metri nel profondo  Karakoram, è stata scalata per la prima volta grazie a un’audace impresa di Will Sim e Fabi Buhl che hanno saltato l’insidioso avvicinamento e raggiunto le pendici della montagna con il parapendio.

Situata all’estremità del massiccio Ultar Sar di Hunza, in Pakistan, la Glumit Tower è stata oggetto di diversi tentativi da parte di squadre esperte negli ultimi trent’anni. Nel 1988, i francesi Emmanuel Schmutz e Gerard Decorps si avvicinarono alla torre da nord-est passando per il villaggio di Gulmit e il ghiacciaio Bulkish Yaz, ma il loro tentativo non ebbe successo, così come i successivi, effettuati da altre squadre, poichè l’accesso alla montagna era troppo impegnativo.

Buhl, è un alpinista tedesco che ha compiuto ascensioni difficili in tutta Europa e in Sud America. Sim è una guida alpina britannica che vive a Chamonix. Ha effettuato numerose prime ascensioni e record di velocità e dure salite nelle Alpi, in Alaska, Patagonia, Montagne Rocciose e Pakistan. Entrambi hanno iniziato a praticare il parapendio qualche anno fa e nel 2020 Buhl è diventato il primo alpinista a lanciarsi con il parapendio dalla vetta del Cerro Torre.

“Eravamo davvero intenzionati a fare un sacco di voli fantastici durante questa spedizione in Karakoram, ma abbiamo anche pensato che sarebbe stato bello scalare qualcosa”, ha riferito Sim. “È stato durante la prima settimana di spedizione nella valle di Hunza che Fabi ed io abbiamo avuto un momento di illuminazione quando abbiamo capito che probabilmente avremmo potuto volare sul versante sud della Gulmit Tower”.

“Sim, Buhl e Jake Holland (fotografo della spedizione) hanno iniziato i loro voli in parapendio nel Karakoram alla fine di maggio. Il tempo non era buono, con enormi nubi  già alle 11 del mattino, seguite da grandi e imprevedibili raffiche di vento che si scatenavano nelle valli.. Nel corso di un mese, hanno fatto una serie di brevi escursioni in montagna, accampandosi a 4.000-4.500 metri. Un passo importante, per acclimatarsi e capire meglio i modelli meteorologici. Con l’avanzare della permanenza nel Paese, le condizioni meteorologiche sono diventate sempre più favorevoli, offrendo l’opportunità al team di effettuare voli più lunghi e tecnici.

Una salita da record

Will Sim e Fabi Buhl, prima salita della Gulmit Tower, Karakorum, il 27 giugno 2022. Foto: Fabi Buhl

Il 26 giugno le previsioni promettevano bene.

“Sim è decollato per primo e ha beccato un ottimo ciclo termico, venendo catapultato da 2.800 metri a 6.000 metri in soli 10 minuti. Ma quando io e Buhl siamo decollati, appena 10 minuti dopo, le termiche si erano spostate e si è rivelata una battaglia di un’ora per mantenere la quota di decollo.”, ha raccontato Holland su Climbing.com.

“Dal decollo non sembrava che saremmo riusciti a raggiungere la Gulmit Tower, figuriamoci a scalarla!”, ha riferito Buhl. Ma alla fine abbiamo trovato una buona termica e ci siamo fatti strada verso il bacino. Durante il tragitto, abbiamo sorvolato il pilastro sud-est (o nascosto) dell’ Ultar Sar.”

“Sim è atterrato vicino al Bergschrund, lontano dalla maggior parte dei crepacci aperti. Quando finalmente ho raggiunto Sim e Buhl, abbiamo festeggiato, ridendo nervosamente per aver completato la prima parte della spedizione – ricorda Holland – Poi ci siamo accampati.”

Alle 2 del mattino successivo, con le torce accese, indossati i ramponi, abbiamo lasciato la tenda e ci siamo incamminati verso un canalone di 500 metri. Con un’infezione al petto in corso e una capacità di arrampicata nettamente inferiore a quella degli altri, avevo programmato di fermarmi alla base del colle e di filmare la loro salita da lì.
Arrivati al colle alle prime luci dell’alba, Buhl e Sim si sono messi a studiare una via di salita. “La metà superiore della montagna è composta da granito compatto ma di alta qualità, con camini e angoli ghiacciati. Sembrava fantastico, anche se non facile, ma eravamo entusiasti!” ha detto Buhl.
Quando sono arrivato tossendo e sbuffando al Colle, avevano già iniziato a fare buoni progressi sulla via. “Abbiamo deciso di salire il versante sud-ovest del colle. Inizialmente volevamo salire in cordata, ma ci sentivamo sicuri, così abbiamo progredito per i primi 130 metri senza corda fino a una buona sosta”, mi ha riferito Buhl. “Will ha fatto un bel tiro in più fino a una cresta nevosa,  e da lì in poi siamo saliti sulla via di minor resistenza su una specie di sistema di diedri”.

“Una decina di tiri di arrampicata mista e qualche piccolo tratto di arrampicata in artificiale ci hanno portato in cima. Siamo rimasti entrambi molto colpiti dalla qualità dell’arrampicata, tiro dopo tiro di misto tecnico brillante”.
Ho visto un piccolo pezzo di storia dell’Himalaya svolgersi davanti ai miei occhi, mentre i due arrampicavano su un bellissimo granito striato attraverso una serie di spigoli.
Non volendo scendere al di fuori di una finestra sicura, sono tornato alla tenda e mi sono preparato a volare fuori dal bacino. Con qualche difficoltà sono riuscito a decollare, sperando che i ragazzi tornassero alla tenda sani e salvi. Senza di me, c’era abbastanza gas e cibo per un’altra notte, ma non di più.”

“Poche ore dopo aver raggiunto l’albergo, Sim si è presentato con un enorme sorriso sul volto. Ci ha descritto la via, dicendo: “Una decina di tiri di arrampicata mista e un po’ di arrampicata artificiale ci hanno portato in cima. Siamo rimasti entrambi molto colpiti dalla qualità dell’arrampicata, tiro dopo tiro di misto tecnico e brillante”.

Il racconto completo su Climbing.com