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18 Febbraio 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Invernale all’Everest 2021-2022: poche le possibilità di riuscita per Jost Kobusch

Jost Kobusch invernale all’Everest 2021-2022. Fonte facebook. Foto: Terragraphy

Kobusch: “Questa spedizione mi ha regalato un’incredibile quantità di esperienze che mi saranno molto utili in futuro”

Il vento continua a soffiare forte sull’Everest e mancano pochi giorni alla fine della spedizione invernale di Jost Kobusch.

“C’è la possibilità che il tempo migliori così tanto da permettermi di salire il più in alto possibile sulla via per osservare e imparare il più possibile. Sarebbe fantastico!  – commenta lo scalatore tedesco – Ma c’è anche la possibilità più probabile che il Jet Stream non si sposti verso sud e che il vento fortissimo persista. In tal caso, sarò fortunato se riuscirò a recuperare il  materiale lasciato al mio Campo 1 in una breve spinta”

“In molti mi hanno chiesto: “Ehi Jost, come fai a resistere ancora qui? ” Dove tutto va storto. Dove il vento è fortissimo. In realtà, è un disastro totale.” Io rispondo, “No! Ho imparato così tanto!” Questa spedizione mi ha regalato un’incredibile quantità di esperienze che mi saranno molto utili in futuro. Sono molto grato di poter mettere in pratica tutte queste cose.”

Kobusch sta affrontando l’invernale in solitaria e senza ossigeno supplementare. Il suo obiettivo (da sviluppare in più fasi), è raggiungere la vetta dell’Everest attraverso la Cresta Ovest, una via molto impegnativa che presenta pareti a strapiombo, ghiaccio blu duro e ripido e un ultimo burrone di ghiaccio, roccia e neve – chiamato Hornbein Couloir – in cui solo pochi alpinisti hanno mai messo piede.

Quest’inverno il tedesco si è prefissato di raggiungere la base del canale Hornbein. “Voglio raggiungere gli 8.000 metri di altitudine – ha dichiarato il 29enne – La quota più alta raggiunta in inverno sulla Cresta Ovest è stata di 7.500 metri (nell’inverno 1984/85 da una spedizione francese). Anche se riuscissi a superare quel traguardo, in qualche modo sarebbe un successo”.

La vetta dell’Everest in solitaria e senza l’ausilio di ossigeno supplementare era pianificata per la prossima stagione invernale.

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