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10 Giugno 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Sergi Mingote rinuncia al Gasherbrum I nel 2020 e annuncia un nuovo progetto

Sergi Mingote, selfie. Fonte: facebook

L’alpinista catalano  non andrà in Karakórum quest’estate. Ha riprogrammato il calendario per completare i quattordici Ottomila senza ossigeno supplementare in 4 anni anzichè 3 e a breve presenterà un nuovo progetto

Sergi Mingote non completerà i quattordici ottomila, senza ossigeno supplementare in meno di mille giorni, come aveva programmato di fare, a causa della pandemia di Covid 19, che ha fatto saltare la stagione primaverile in Himalaya, così come la stagione estiva in Karakorum.

Lo avevamo già anticipato, tuttavia – oltre a rimandare  la spedizione al Gasherbrum I  prevista per quest’anno – Mingote  annuncia anche un nuovo progetto:

“Vi confermo che la mia spedizione al Gasherbrum I programmata per quest’estate è stata rinviata a causa del coronavirus, ma contemporaneamente vi annuncio la nascita di un nuovo progetto che presenterò tra pochi giorni!”

Mingote aveva previsto la scalata di cinque ottomila nel 2020: Annapurna e Makalu in primavera, Gasherbum I in estate e Cho Oyu e Kangchenjunga in autunno. L’obiettivo era quello di stabilire un nuovo record: ultimare i quattordici ottomila senza ossigeno supplementare entro tre anni (14×1000 Catalonia Project). L’emergenza sanitaria globale lo ha impedito in parte: ora l’obiettivo di Mingote sarà di chiudere il progetto  in meno di quattro anni, ma c’è ancora molto da fare per battere il record, attualmente detenuto dal coreano Chang-ho Kim, che ha salito tutti  i 14 Ottomila in 7 anni, 10 mesi e 6 giorni.

“Immaginavo di partire per il Gasherbrum I il 15 giugno e sono diverse le ragioni che hanno determinato questa decisione – ha spiegato Mingote alla testata spagnola DesnivelLa più ovvia è che siamo ancora in uno stato di emergenza e lo saremo fino a quanto non potremo effettuare voli internazionali. Inoltre in Asia il coronavirus sta colpendo in modo più deciso paesi come il Nepal o il Pakistan, dove il numero di infezioni è in aumento e si sta vivendo una situazione molto complicata.”

“Visto l’amore che proviamo per quelle  montagne e per  le persone di quei territori, come i Baltí o gli Sherpa, credo che ciò che si debba fare sia cercare di aiutarli da qui…. I nostri progetti possono attendere, perché sono solo progetti sportivi. Ora la cosa più importante è che  questi paesi riprendano a vedere di nuovo la luce e possano andare avanti.”, afferma il catalano.

“Ho già riprogrammato il mio calendario del progetto 14×1000: all’inizio di settembre andrò in Nepal – se possibile – con l’obiettivo di concatenare due ottomila: Makalu e Cho Oyu. Poi, affronterò altri quattro ottomila nel 2021: due in primavera, uno in estate e uno in autunno. Quasi certamente in primavera saranno Annapurna ed Everest,  in estate  certamente il G1 e in autunno ci sarà sicuramente lo Shisha Pangma. Rimane il Kangchenjunga, che devo capire dove meglio collocarlo, ma questa è la pianificazione….”

“In ogni caso, annuncerò presto un progetto molto interessante a cui ho lavorato in questi mesi di isolamento, che combina diverse discipline, ma in cui la natura, gli spazi  e le montagne svolgono un ruolo fondamentale. Lo presenterò a breve.”, ha concluso Mingote.