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25 Gennaio 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Shkhara (5.193 m) invernale 2023-2024: team ungherese scala una cima di oltre 3.000 metri

La squadra ungherese con una guardia georgiana e il suo cane. gennaio 2024. Fonte Magyar Nemzeti Hegymászó Válogatott

Le abbondanti nevicate impediscono ad Agoston, Szasz, Kocsis e Rusko di fare progressi sulla vetta più alta della Georgia

Viktor Agoston, Laszlo Szasz, David Kocsis e Andras Rusko, membri della squadra nazionale di arrampicata ungherese, hanno iniziato la loro spedizione invernale al Shkhara (5.193 m) con l’obiettivo di scalare la parete Sud attraverso la via Beknu Khergiani. La squadra ungherese aveva già fatto un tentativo quattro anni fa su questo cinquemila della catena montuosa del Caucaso, al confine tra Europa e Asia.

La parete Sud (2.300 metri) è stata salita nella stagione più fredda solo una volta, dai georgiani Archil Badriashvili e Giorgi Tepnadze, nel febbraio 2018.

Il team  è arrivato in Georgia venerdì scorso. Da lì, ha proseguito verso Kutaisi e successivamente per Ushguli (2200 m ca.), uno degli insediamenti abitati più alti d’Europa,  dove ha iniziato l’acclimatamento.

Due di loro si sono diretti verso il ghiacciaio mentre gli altri due  su una montagna vicina di 3.000 metri. Tutti hanno poi raggiunto la  base del Shkhara, al confine tra Russia e Georgia, con l’intento di sfruttare una finestra meteo di tre o quattro giorni per tentare la via Beknu Khergiani.

Purtroppo il team ha trovato tempo instabile e tantissima neve “più che negli ultimi quattro o cinque anni”, ha fatto sapere la squadra.

L’arrivo al campo base e le continue nevicate

Spedizione ungherese al Shkhara.Fonte Magyar Nemzeti Hegymászó Válogatott facebook

La squadra ha raggiunto il campo prima del ghiacciaio, trascinando con difficoltà le slitte con il cibo e l’attrezzatura necessari per dieci giorni. Nel frattempo, la finestra meteorologica di quattro giorni identificata originariamente, si è ristretta.

Lunedì 22 gennaio è caduto un metro di neve e la squadra ha deciso di rimanere al campo base anche per l’alto rischio valanghe. Lunedì gli alpinisti hanno atteso che  il freddo e  le condizioni si stabilizzassero.“Prevedere le precipitazioni è la cosa più complicata, qui i modelli meteorologici non possono calcolarli molto bene. Crederemo alla finestra di quattro giorni quando la vedremo”, aveva scritto Agoston.

Il 23 gennaio, i quattro alpinisti hanno  attraversato a fatica i tre chilometri  del ghiacciaio, e in sei ore hanno raggiunto l’imbocco della via, dopo aver fatto traccia in neve alta fino al petto. Hanno poi deciso di accamparsi sul ghiacciaio per valutare le varie opzioni. “Proveremo a salire al Campo 1. Da. lì la progressione è impegnativa –  aveva scritto Kocsis – La temperatura è di -20°C. e la finestra meteo è breve. Da sabato potrebbero presentarsi ulteriori precipitazioni che potrebbero durare diversi giorni”.

Il tempo instabile orienta il team verso una cima di oltre 3.000 metri

Secondo le informazioni divulgate ieri, le precipitazioni hanno portato un metro di neve fresca.
A causa della abbondandi nevicate i quattro alpinisti hanno perso tre giorni, rispetto al loro piano originale.
Attraverso il satellitare, Dávid Kocsi ha riferito che la neve rende impossibile qualsiasi attività sul Shkhara, inoltre sulla montagna continuano a scendere valanghe. C’è tanta neve, anche verso Campo 2. La temperatura ieri si aggirava intorno ai -20 gradi e nella tenda era tutto congelato.
Il loro staff in Ungheria, in stretto contatto con il  meteorologo, ha informato il team che la finestra precedentemente prevista si chiuderà venerdì, dopodiché è attesa un’altra significativa nevicata nel fine settimana. Al momento non si prevede tempo stabile per diversi giorni.
In questa situazione, sarebbe stato insensato procedere, così la squadra ha deciso di scalare una cima vicina.
“Approfittando dello splendido tempo di oggi, la squadra  ha scalato un tremila tecnico nella zona del Shkhara – ha confermato poco fa lo staff del team ungherese –  Durante questa breve finestra  abbiamo avuto tempo per questo. Il nome della montagna non è ancora noto, l’altezza indicata sulla mappa è completamente diversa (3.862) da quella misurata (3.649). Stiamo ancora facendo ricerche in merito. Sicuramente i ragazzi si sono goduti una piacevole salita, una parete  di 400 metri, seguita da un tratto misto di difficoltà M4-M5. Altri dettagli, in arrivo !”