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23 Luglio 2019

Sima Veryovkina: italiani nell’antro più profondo al mondo

Cari amici,
oggi torno su un argomento che amo molto …la speleologia! Vorrei discorrere della Sima Veryovkina, la grotta più profonda al mondo. Per farlo ho intervistato Francesco Caprile, classe 1980, nato e residente a Genova, di professione ingegnere.

Questa volta è un po’ strano parlare di questo amico, perché lo ritrovo oggi come speleo esploratore, anche se nella mia testa è un combattente. Francesco per me era il ragazzo con cui discorrevo di arti marziali, 25 anni fa, alle volte con le parole, altre con le mani…
Allora amavamo la lotta e, come tanti altri, in quel tempo, precorrevamo il futuro unendo vari stili.
Oggi scopro un giovane uomo con quella scintilla negli occhi, quel fuoco curioso, che solo negli esploratori non puoi celare in alcun modo.

Che cos’è la Sima Veryovkina e dove si trova?
La Sima Veryovkina è una cavità carsica situata nel Caucaso occidentale in territorio Abkaso. A oggi è la grotta più profonda del mondo con i suoi 2212 metri di profondità dall’ingresso (altitudine, 2300 m circa). La risorgenza è stimata direttamente nel mar Nero sotto la sua superficie.

Che cos’è Abkhazia?
L’Abkasia è uno stato autodichiaratosi indipendente dall’amministrazione Georgiana e riconosciuto tale da pochi paesi al mondo. Si tratta di un territorio a clima subtropicale raggiungibile in auto percorrendo poche decine di km verso sud da Sochi. Il territorio abbraccia una zona costiera che alle spalle si rialza sui monti del Caucaso che presentano nel complesso dell’Arabika (dove la Sima Veryovkina è situata) un paesaggio carsico davvero sorprendente.
Il campo esterno è situato su un piano pensile che dolcemente sale verso le creste in un paesaggio di doline, campi solcati di calcare affiorante e spaccature. Siamo entrati in grotta che le tende erano sul nevaio, siamo usciti dopo 5 giorni che le tende erano sul prato, in parte già fiorito.

Per la spedizione siete partiti l’8 giugno, arrivati in Abkasia il 12, entrati in grotta il 16, usciti il 20!
Com’è iniziata la tua avventura al riguardo?
Da quando faccio speleologia ho avuto la fortuna di entrare in collaborazione con Fabio Bollini, uno degli speleologi più esperti e attivi in Italia oltre che un eccellente organizzatore. Fabio, in occasione del raduno speleo del 2018 a Finale Ligure ha avuto l’idea di invitare come relatore il team leader del Gruppo Speleo Perovo (Mosca), Pavel Demidov. In quel periodo Pavel guidava le esplorazioni in Sima Veryovkina portandola a superare il record di profondità con risonanza importante nel nostro contesto speleologico.
Pavel, successivamente, è stato invitato a una nostra punta esplorativa in Grigna a W le Donne, una delle grotte più profonde in Italia ed uno dei progetti più interessanti che io conosca.
Da questo periodo di collaborazione stimolata dalle iniziative di Fabio si è cementata una fiducia e una stima reciproca che è sfociata nell’invito per Fabio, me e altri due speleologi davvero in gamba (Romeo Uries e Filippo Baldini) a una spedizione in Sima Veryovkina in cui abbiamo collaborato con la squadra russa.
Siamo di fatto i primi italiani ad accedere a questo progetto.

I primi italiani? Grandioso: fammi capire meglio quest’avventura!
Il progetto si chiama come la grotta “Sima Veryovnika”. In quell’antro a oggi sono entrati solo i russi dei 2 gruppi di mosca, due britannici Robie Shon e Jeff, due fotografi che pubblicano su National Geographic (e che erano presenti anche a questa punta), e noi. Nessun altro.
E’ un progetto che dura da molto tempo e che i russi si sono ampiamente conquistati con anni di lavori di disostruzione fino a -400 (erano tantissime le strettoie inaccessibili). Nel 2018 finalmente la profondità ha superato quella della Krubera Voronya che a quei tempi era ancora la grotta più profonda del mondo.

Che progetti hai per il futuro relativamente a questa grotta?
Stiamo già pensando a un ulteriore nostro coinvolgimento nel progetto per l’anno prossimo, ma per scaramanzia non do dettagli.

Da quando fai speleo?
La mia esperienza in ambito speleo inizia 5 anni fa quando, dovendo soggiornare per lavoro a Finale Ligure, ho partecipato quasi per caso a uno stage di speleologia (dove ho conosciuto la mia fidanzata Sara Bolla, a quei tempi mia istruttrice). Sono quindi uno speleo relativamente giovane, ma fortunatamente, quasi da subito, ho colto con misurata incoscienza alcune occasioni che mi hanno fatto familiarizzare presto con grandi abissi ed esplorazioni in profondità.

Da quando vivi la montagna e come hai iniziato?
Vivo la montagna da quando sono bambino, ricordo con piacere e nostalgia le colonie estive a Ollomont in Valle d’Aosta dove, ancora liberi da tutte le norme di sicurezza e le restrizioni relative, il prete (Padre Daniele) ci portava, a volte anche in cordata, ad ammirare posti meravigliosi come la Tete Blanche sopra il rifugio Amiante e il Col Fenetre. Iniziai a circa 10 anni fino all’adolescenza. Momenti indimenticabili ricchi di profumi di montagna che a volte sento ancora solo pensando a quegli anni.

Cosa cerchi e cosa trovi nella natura?
La natura, per me, è vita. E’ uscire dal flusso delle cose di tutti i giorni per immergersi in qualcosa che può dare tutto, la sfida adrenalinica, ma anche la pace. Christian, al liceo entrambi condividevamo la passione per gli sport da combattimento, entrambi amiamo le sfide, il ring, il combattimento. Oggi, a 39 anni, non potendo affrontare l’impegno agonistico, ho trovato la grotta che mi permette di rivivere alcune sensazioni di sfida e di vittoria. Magari ti appresti a una punta esplorativa con questa mentalità, poi entri in grotta, sempre impassibile, calma, identica a se stessa da innumerevoli migliaia di anni. L’adrenalina lascia spazio alla calma, alla pace, all’amicizia con gli uomini della squadra. All’ammirazione di ciò che non è artificiale. Ti sorprendi. Vivi.

Cosa diresti a un ragazzo che si approccia al mondo naturale?
Vivi, emozionati, rimani bimbo. Il mondo naturale, per me, è questo. Ovvio, mai prescindere dalla competenza e dalla sicurezza. Lasciarsi emozionare non significa prendere rischi inutili. In Sima, a questo giro, non abbiamo potuto superare il campo di -1010 per eccesso di attività idrica. La grotta non scappa, la vita è importante.

Christian Roccati
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