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30 Aprile 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical

Tre anni fa moriva sull’Everest lo svizzero Ueli Steck

Ueli Steck, 2016 – Mönch Summit dopo 4h e 15 minuti

L’alpinista svizzero perse la vita il 30 aprile 2017 durante una scalata in solitaria della Nuptse, sull’Everest (Himalaya)

Ueli Steck,  uno degli alpinisti più forti al mondo, divenne famoso per le sue solitarie su impegnative pareti delle Alpi e per le sue scalate in velocità. Il fuoriclasse svizzero, conosciuto come “The Swiss Machine”,  stabilì record di velocità sulle pareti Nord dell’Eiger, del Cervino e delle Grandes Jorasses.

Scalò Gasherbrum II e Makalu nel 2009, Shisha Pangma e Cho Oyu nel 2011, Everest nel 2012 e Annapurna I nel 2013.

Vinse per ben due volte il Piolet d’Or, il massimo riconoscimento alpinistico: nel 2009 per la nuova via sul Tengkangpoche con Simon Anthamatten e la seconda nel 2014 per l’apertura in solitaria in 28 ore di una nuova via sulla parete Sud dell’Annapurna.

L’alpinista bernese perse la vita il 30 aprile 2017 durante la scalata della difficile parete Ovest del Nuptse, nei pressi di Campo 1, nel massiccio dell’Everest. Aveva 40 anni. Steck si stava acclimatando per tentare la traversata Everest-Lhotse, e la settimana prima aveva già trascorso due notti al Campo 2. Si trovava da solo perché Tenji Sherpa, con cui avrebbe dovuto tentare la traversata, si stava riprendendo dai congelamenti.

Ritratto di Ueli Steck