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8 Marzo 2023

Alpinismo e Spedizioni · Ice Climbing · Vertical · Europa

Yannick Glatthard libera “Hall Of Fame” (400 m, M13, WI6+) a Kandersteg

Yannick Glatthard libera Hall Of Fame (400 m, M13, WI6+) a Kandersteg. Foto Diego Schläppi. Fonte Instagram

Lo svizzero ha chiuso il progetto che sognava da otto anni al secondo tentativo

Yannick Glatthard, classe 1998, ha chiuso il suo grande progetto a Kandersteg (Svizzera), liberando Hall Of Fame, una via lunga 400 metri, con difficoltà estreme, sia di arrampicata mista che di ghiaccio, stimate dallo scalatore svizzero rispettivamente in M13 e WI6+.

Secondo quanto pubblicato sui suoi canali social, Glatthard sognava di liberare questa linea da otto anni. “Hall Of Fame” è nata nel 2015 dalla creatività di Ron Koller, che ne ha firmato l’apertura. Da quel momento Glatthard ne ha esaminato periodicamente la condizione per pianificare un tentativo appena fosse stato possibile.

L’occasione si è presentata alla fine di gennaio 2023, quando sembrava perfettamente formata l’enorme candela di ghiaccio lunga 35 metri, sospesa per 15, e un tetto orizzontale lungo 30 metri. “Per me è stato amore a prima vista” ha raccontato Yannick. A febbraio 2023 ha effettuato un primo tentativo, che si è concluso senza successo per la caduta di una piccozza.

“Sono partito bene e sono riuscito a salire il tiro chiave di M13 al secondo tentativo. E poi…la piccozza mi è caduta – racconta sul suo instagram – La frustrazione è stata enorme! Ma le mie braccia erano così stanche che sono stato felice di concludere la mia giornata di arrampicata”.

Yannick Glatthard libera Hall Of Fame (400 m, M13, WI6+) a Kandersteg. Foto Diego Schläppi. Fonte instagram

Una settimana dopo, Yannick tornava  per il suo secondo tentativo insieme a Ron Koller come compagno di cordata e al fotografo Diego Schläppi.

Dal raccondo di Yannick:

“Siamo partiti la mattina presto, Diego si è destreggiato sulla corda fissa fino alla terza sosta, Ron ed io abbiamo salito l’M7 e l’M13 fino alla seconda sosta. Diego filmava l’azione dall’alto e la mia intenzione questa volta era di raggiungere la cima della via, perché non volevo che il pover ragazzo si sorbisse di nuovo la sessione al freddo. Dopo i tiri chiave più duri, la parte più difficile era finita, o almeno così pensavo. Ma è andata diversamente.
Il WI5 è stato difficile da proteggere perché il ghiaccio era molto sottile e nella seconda lunghezza del WI5 la cortina di ghiaccio non arrivava a terra; abbiamo raggiunto il ghiaccio grazie alle spalle di ferro di Ron. Per me, psicologicamente, è stata la cosa più impegnativa che abbia mai fatto…
Dopo, un altro grande tiro, e poi l’enorme candela di ghiaccio.Dopo due M7 molto tecnici alla fine di questa linea da sogno, ho raggiunto la cima! [Sono stato] Super fortunato!

“Forse questa è anche la via di misto più impegnativa in questo stile? – si domanda lo svizzero – In ogni caso, sono felice e grato che in questa giornata la fortuna necessaria ci abbia accompagnati e che tutto sia funzionato così bene.”