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13 Dicembre 2013

Ambiente e Territorio · Alpi Orientali · Ambiente e Territorio · Eurac Bolzano · experience · genetica · popolazioni delle Alpi · ricerca · Valentina Coia · variabilità genetica · Ambiente e Territorio

RICERCA. Eurac, studio genetico sulle popolazioni delle Alpi

La struttura genetica delle popolazioni delle Alpi orientali italiane, in uno studio pubblicato dalla rivista scientifica Plose One.

Il patrimonio genetico degli esseri umani è frutto della loro evoluzione biologica, ma è influenzato anche da fattori geografici e socio-culturali come le caratteristiche ambientali e le consuetudini matrimoniali.
Questa è la conclusione a cui è giunta uno studio dell’Istituto per le mummie e l’Iceman dell’Eurac di Bolzano svolto insieme al dipartimento di biologia ambientale dell’università La Sapienza di Roma.

La ricerca ha ricostruito la struttura genetica delle popolazioni delle Alpi orientali italiane sulla base di analisi biomolecolari. I risultati sono stati appena pubblicati sulla rivista scientifica Plos One.

Lo studio

Il gruppo di ricercatori coordinato da Valentina Coia, antropologa ed esperta di genetica delle popolazioni dell’Eurac, ha analizzato il cromosoma Y,trasmesso per linea paterna, di oltre 15 popolazioni appartenenti ai tre gruppi etno-linguistici principali delle Alpi orientali italiane: italiani, ladini e minoranze linguistiche germanofone del Trentino (cimbri di Luserna), del Veneto (cimbri di Giazza e la comunità di Sappada) e del Friuli (comunità di Sauris e Timau). L’analisi si è concentrata sulla variabilità genetica all’interno dei gruppi alpini, sulle differenze tra questi gruppi e sul confronto con altre popolazioni europee.

“In questo studio ci siamo concentrati sulla variabilità genetica e abbiamo esaminato le differenze nel patrimonio genetico tra le diverse popolazioni. Anche se la specie umana è sostanzialmente omogenea dal punto di vista genetico, i vari gruppi presentano sottili ma significative differenze a livello statistico e scientifico che si sono sviluppate nel tempo per l’effetto di fattori geografici, demografici e culturali”, spiega Valentina Coia.

Lo studio del cromosoma Y ha mostrato la presenza di tre modelli genetici: quello del gruppo italiano geneticamente più omogeneo, quello dei ladini con valori di differenziazione genetica intermedia e quello delle minoranze germanofone differenziato in modo più marcato. (Fonte: ANSA).

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