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26 Gennaio 2018

Running · Sky Running

3 uomini, 3 gambe: il team che rende “normale” la disabilità nello sport in montagna

Team3Gambe

Intervista di Massimo Dorigoni

Moreno Pesce, Giuliano Mancini e Heros Marai. Sono loro gli atleti che alle gare verticali di corsa si raccolgono in sorrisi, gioia di vivere e abbracci amicali. Un esempio di rinascita dopo gravi incidenti.

Tutti e tre amputati di gamba hanno deciso di ritornare all’attiva sportiva composta da sacrifici e voglia di farcela, senza se e senza ma, perché l’obbiettivo è quello di trasmettere un messaggio forte: mai arrendersi alle avversità della vita. Gli esempi di persone che fanno attività con disabilità, specialmente in montagna sono molteplici, dall’alpinista Gianfranco Corradini – blogger di MountainBlog – che senza una gamba sale sulle montagne del mondo a Gianluigi Rosa, atleta della nazionale italiana di hockey su slittino che con una protesi speciale ha scalato il Campanile Basso di Brenta.

Loro invece sono un vero e proprio team, come ci spiega il portavoce del gruppo Moreno Pesce a conclusione della Tulot Vertical Up – Ski Alp Val Rendena.

Limone Skyrunning Xtreme. Foto: Jacopo Bernard


Come è nata l’idea di crearlo?

«Il team è nato l’anno scorso a settembre quando a una vertical sul Monte Baldo ci hanno chiesto il nome del team. Eravamo appunto in tre, tutti e tre amputati di gamba e tre erano anche i sentieri che conducevano in vetta. Partivamo infatti insieme ma salendo per tre diversi sentieri per poi ritrovarci al traguardo. Era una corsa fatta in squadra e così ci siamo trovati a decidere velocemente il nome in quanto lo stesso serviva da inserire nella lista dei partenti. Ci siamo guardati e quasi in modo goliardico abbiamo deciso di nominarci “Team3gambe”».

Moreno Pesce. Foto: Enrica Pallaver

Ognuno di voi ha una forte motivazione? Come l’avete condivisa?

«La cosa che ci accomuna è la passione per la montagna e lo sport. L’attività è comunque salute. Noi in prima persona abbiamo già analizzato, visto e provato sulla nostra pelle che maggiore è il nostro movimento migliore è la qualità della vita. Questa è di base una delle nostre motivazioni e la stiamo condividendo con la partecipazione alle varie gare. Veniamo da zone completamente diverse, io abito a Auronzo di Cadore in provincia Belluno mentre gli altri due ragazzi arrivano dalla Valpolicella in provincia di Verona.  A volte capita di sentirci o vederci per confrontarci su l’una o l’altra iniziativa, è un modo per sentirsi sicuramente sempre uniti e ulteriormente motivati».

Moreno Pesce. Foto: Diego Da Pont

Una delle principali motivazioni è quella di trasmettere un messaggio forte e costruttivo giusto?

«Vogliamo dimostrare che si può fare anche a chi inizialmente è scettico. A volte capita che qualcuno usi la parola “impossibile”. A quel punto noi prendiamo ancora più coraggio e forza per raggiungere il nostro obbiettivo. Capita comunque sempre che dopo averne raggiunto uno ce ne prefiggiamo subito un altro».

Rimaniamo in argomento, quali i prossimi obbiettivi?

«L’obbiettivo principale per il “team3gambe” sarà quello di partecipare alla WengenVertical UP, in Svizzera sulla Lauberhorn, pista di coppa del mondo di discesa libera che conta una lunghezza di 4,48 chilometri con un dislivello di 1020 metri. Si svolgerà a fine marzo 2018. E’ un obbiettivo impegnativo ma noi raccoglieremo anche questa sfida».

Moreno Pesce. Foto: Michael Werlberger