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6 Febbraio 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Orientali · Aree Montane · Friuli Venezia Giulia · Italia

Addio a Bianca Di Beaco, la prima donna a superare il VI grado da capocordata in Dolomiti

Anni ’50 Bianca Di Beaco all’uscita della Via Carlesso alla Torre Valgrande. Foto: Giovanni Rossi

I primi giorni di febbraio, è morta la forte alpinista triestina degli anni ’50 Bianca Di Beaco, prima donna – con Silvia Metzeltin – ad essere ammessa nel CAAI Club Alpino Accademico Italiano

Alpinista di punta, negli anni Cinquanta Bianca Di Beaco era considerata una delle più forti alpiniste del mondo. Ha aperto numerose vie, anche all’estero. Affrontava i suoi viaggi sulle cime europee, asiatiche e americane con pochi mezzi e una gran voglia di avventura e di avvicinamento alle altre culture.

È stata la prima donna a superare il VI grado da capocordata in Dolomiti, e protagonista di spedizioni alpinistiche in Grecia, Turchia, Iran, Pakistan.

Nel 1978, e per la prima volta per una donna, viene ammessa a far parte del CAAI, Club Alpino Accademico Italiano, assieme a Silvia Metzeltin Buscaini.

Faceva parte del GISM Gruppo italiano scrittori di Montagna. Assieme a Spiro Dalla Porta Xidias ha pubblicato il libro «Sui monti della Grecia immortale».

L’alpinista triestina è  mancata venerdì 2 febbraio, a Trieste.

Anni ’60. Bianca Di Beaco, arrampicata in Grigna. Fonte: caivalmadrera.it

Bianca Di Beaco. “Quando l’alpinismo nasce su un olmo dell’Istria”. Intervista di Andrea Bianchi

Il 18 giugno 2006, in occasione del Convegno GISM a Cimolais (PN), Bianca Di Beaco ricevette il Premio di alpinismo De Simoni indetto dal GISM.

L’intervista realizzata da Andrea Bianchi, è nata in quell’occasione e ci permette di scoprire qualcosa di più sulla visione della vita e dell’alpinismo di questa alpinista triestina, tra le più forti in Dolomia negli anni ’50.

“Io non sono un’alpinista”, aveva continuato a dire in quei due giorni a Bianchi ogni volta che le proponeva di fare l’intervista. Bianchi: “allora: Bianca è un’alpinista sì o no? o forse questa “negazione” allude a un tuo modo molto personale di concepire la montagna e l’andare in montagna?

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