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20 Giugno 2017

Climbing · Vertical · Cultura · Resto del Mondo

Cinquant’anni fa esplodeva il movimento “Hippy”. La rivoluzione culturale, riguardò anche l’arrampicata

Valley Uprising. Fonte: www.youtube.com

Cantavano ‘All you need is love’ e predicavano il messaggio dell’amore sulla guerra

Cinquant’anni fa esplodeva a San Francisco il movimento “hippy”, con i figli dei fiori che durante una memorabile estate, con indosso vestiti decorati con fiori o vivacissime stoffe invadevano le strade della città californiana durante la cosiddetta ‘Summer of Love’ per dare il via ad una rivoluzione culturale. L’estate dell’amore ebbe inizio ufficialmente dal 16 al 18 giugno del 1967 al Monterey Pop Festival, che chiamo’ a raccolta ben 200mila persone e fu considerato il precursore del festival di Woodstock, svoltosi nello stato di New York due anni piu’ tardi. Approfondimento

Tale rivoluzione influenzò anche la comunità dei climber: la si trova documentata in “Valley Uprising”, il film diretto da Nick Rosen Peter Mortimer e Josh Lowell che racconta 50 anni di storia dell’arrampicata nella Yosemite Valley, dai pionieri della Golden Era come Royal Robbins, Warren Harding e Yvon Chouinard, passando per i Stone Masters con protagonista assoluto Jim Bridwell, per poi proseguire con Lynn Hill e la sua salita in libera di The Nose, fino ad arrivare ai Monkeys di oggi come Dean Potter e Alex Honnold.


 

Qualche anno dopo, in Italia nacque “Il Nuovo Mattino”, un singolarissimo movimento di trasgressione che si sviluppò nei primi anni Settanta, tra Torino e la Valle dell’Orco: prese spunto dalle rivolte studentesche e dai suoi riferimenti culturali, ma alle piazze preferì le montagne. Gli esponenti di questo rinnovamento alpinistico furono guidati da Gian Piero Motti, giovane colto e geniale.
Eccone il racconto di Andrea Gobetti: