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11 Settembre 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

La tragica morte di Muhammad Hassan sul K2: i risultati dell’inchiesta del Gilgit-Baltistan

L’inchiesta ha tentato di accertare i fatti e di apportare modifiche per prevenire incidenti simili in futuro

La tragica morte di Muhammad Hassan sul K2 a luglio 2023, mentre decine di alpinisti lo scavalcavano per raggiungere la vetta, ha sconvolto la comunità alpinistica e non. Un’inchiesta avviata dal governo del Gilgit-Baltistan per indagare su quanto accaduto, ha stabilito che la morte del portatore di alta quota è stata accidentale. La commissione, formata dal governo del Gilgit-Baltistan, ha rese note le conclusioni.

Il rapporto, redatto  da funzionari del Dipartimento del Turismo del Gilgit-Baltistan, da  membri del Club Alpino del Pakistan e da rappresentanti degli operatori turistici, ha concluso che la morte di Muhammad Hassan è stata accidentale, a causa del terreno molto duro  in cui è rimasto bloccato  e per la mancanza di attrezzatura e  abbigliamento adeguati per affrontare la spedizione sul K2. Nel rapporto,  un provvedimento contro l’operatore turistico Lela Peak Expedition, per non aver fornito l’equipaggiamento adeguato al portatore d’alta quota.

La relazione segnala anche che, mentre molti alpinisti hanno continuato a salire verso la vetta abbandonando Hassan al suo destino, altri, in particolare il fotografo brasiliano Gabriel Tarso, hanno cercato di aiutarlo, purtroppo senza esito  a causa della complessità della situazione.

Secondo quanto indicato nell rapporto,  la causa della morte dell’alpinista pakistano,  non equipaggiato adeguatamente, è stata determinata dalle ‘feroci’ condizioni meteorologiche, dalla limitata capacità di comunicare con il campo base, dalla mancanza di esperienza e di preparazione, nonché dall’abbigliamento insufficiente e inadeguato, oltre a ritardi nei soccorsi, dovuti al buio e alle avverse condizioni meteo.

Il documento include un richiamo al rispetto delle  “regole e norme alpinistiche”, elenco pubblicato nel 1999. Alcune sono piuttosto vaghe, come la richiesta di stabilire chiari e ben definiti “protocolli di emergenza” che includano “rifugi e punti di ritrovo” e un non meglio specificato “meccanismo di salvataggio”. Altri elementi emersi dall’inchiesta potrebbero avere un impatto reale: polizze assicurative obbligatorie e migliori per i portatori di bassa e alta quota, una revisione dei regolamenti, un ruolo più incisivo per gli ufficiali di collegamento e un sistema di multe e responsabilità per gli organizzatori delle spedizioni per quanto riguarda la pianificazione e l’organizzazione, oltre a un miglioramento del sistema di monitoraggio meteorologico sul K2.

La commissione d’inchiesta ha suggerito anche   una lettera di apprezzamento per Gabriele Tarsoda  per il tentativo di salvataggio di Muhammad Hassan.

Il rapporto ritiene che Lela Peak Expedition abbia violato le Regole e i Regolamenti dell’alpinismo del 1999, per non aver fornito un equipaggiamento adeguato all’HAP, per aver assunto un portatore di alta quota (HAP) inesperto e per non averlo assicurato. La commissione ha vietato all’operatore di gestire squadre nel Gilgit-Baltistan per i prossimi due anni, un duro colpo per l’azienda di Skardu gestita dai fratelli Anwar e Akhbar Syed.

Le dichiarazioni di Gabriel Tarso

Gli scalatori superano il corpo di Muhammad Hassan. Fotogramma da un video di Lakpa T Sherpa

Il documento dell’inchiesta del Gilgit-Baltistan allega un resoconto dettagliato degli eventi da parte del brasiliano Gabriel Tarso. Tarso ha lavorato come cameraman con la norvegese Kristin Harila durante la sua scalata record al K2.

Tarso affema di aver fatto del suo meglio per aiutare Hassan e segnala anche l’aiuto di Tenjen Sherpa. Hassan, agganciato alle corde, è caduto a testa in giù. E’ rimasto del tempo con la giacca arrotolata fino al collo e le temperature gelide, lamentandosi per il dolore, finché non si è avvicinata la squadra di Harila.

Sebbene Tarso non menzioni Harila come parte attiva nel salvataggio, conferma che Tenjen Sherpa ha cercato di tirare su il portatore, senza successo. Alla fine, Tenjen e Harila hanno proseguito verso l’alto “poichè la cordata era in difficoltà”, racconto coerente con quanto scritto da Harila nel suo resoconto.

Tarso è rimasto con Hassan finché non si è accorto di aver quasi finito l’ossigeno. Nonostante lo shock, ha dovuto salire perché lo sherpa che portava una bombola di ossigeno in più per lui si trovava più in alto, con la squadra di Harila.
Tarso riceverà una “lettera di apprezzamento” dal governatore locale. L’inchiesta non menziona il gran numero di scalatori che si trovavano sul luogo dell’incidente o nelle sue vicinanze e che hanno letteralmente saltato Hassan per raggiungere la vetta.

 

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