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1 Giugno 2019

Pedalande: Beatrice Filippini e l’avventura in America Meridionale. Intervista di Christian Roccati

Cari amici anche oggi parliamo di avventura, anche oggi puntando più alla mente che vola oltre piuttosto che alla sola prestazione.

Ho conosciuto Beatrice Filippini nata a Cinisello Balsamo  nel 1990, oggi residente a Zurigo, infermiera nell’ospedale universitario, settore Intermediate care, una sorta di medicina d’urgenza. Questa giovane ragazza è stata capace di affrontare un lungo viaggio solitario e trasformarlo in qualcosa di magico e unico al servizio degli altri. La sua storia è affascinante come lo è il suo progetto. La voglia di libertà e di prendersi il proprio tempo trabocca in questa esplosione lenta di vita.


Cos’è il progetto PedalAnde e com’è nata l’ìdea?
E’ un libro che parla di una pedalata in solitaria. 11.500 km, da uno dei punti più a nord della Colombia (Santa Marta), fino a dove la strada più australe del mondo si interrompe (Puerto Wiliams – Cile).
Nel 2017 vivevo a Londra, stanca dei ritmi veloci, tra studio e lavoro, ho deciso di rallentare. Di prendermi del tempo per riconnettermi con me stessa, con le persone e la natura. Mi sono licenziata. Sono partita senza sponsorizzazioni. Senza nessuno supporto, alla ricerca del vero sapore delle fragole e forse della vita.

Dopo due anni è nato questo libro, i cui ricavati, al netto dei costi di stampa, andranno in beneficenza a La Gomena ODV.

So che all’inizio della tua avventura hai avuto qualche problema. 
In che circostanze sei stata derubata? Hai pensato di interrompere il tuo viaggio?
Stavo bevendo a bordo della strada. Due ragazzi in moto mi hanno vista, si sono fermati e sono ripartiti con il mio zaino. Ci ho messo tre giorni per capire se continuare o no. Sono poi ripartita. Quei ragazzi, oggi vorrei ringraziarli. Mi hanno insegnato ad avere un bagaglio veramente minimalista. Mi hanno poi aiutato a sfiorare una leggerezza mentale.

Quali paesi hai visto? Quali differenze? Quali affinità?
Colombia, Ecuador, Perù, Bolivia, Cile, Argentina.
Affinità: In tutti i paesi ho trovato persone super accoglienti che mi hanno aperto la porta e il cuore.
Differenze: Certamente il clima. Passando da quello equatoriale, tropicale, fino alla Patagonia con i suoi venti forti. Cibi, frutti verdure diverse in ogni paese.
La parte più a nord, soprattutto vicino alla costa, mi è sembrata a volte un più pericolosa rispetto alla parte sud del continente. Forse questo è però anche dipeso anche dalla mia iniziale limitata conoscenza nel viaggiare in bici.

Che cosa racconta il tuo libro? Quale messaggio?
Racconta di questo viaggio in Sud America, 10 mesi in solitaria, dove però raramente mi sono sentita sola.
Il messaggio è racchiuso in questa frase di Gandhi,
“La vera moralità consiste non già nel seguire il sentiero battuto, ma nel trovare la propria strada e seguirla coraggiosamente”

Perché la raccolta fondi per La Gomena ODV? 400.000 €…
Ho ricevuto molti aiuti dalle persone incontrate, con questo libro, vorrei provare ricambiare. Non potendo riaiutare le stesse esatte persone, ho deciso di sostenere questa associazione di Perugia. Ho vissuto tanti anni a Perugia, conosco la Gomena ODV e so come usano i fondi che ricevono. Realizzano progetti di aiuto a persone in stato di necessità di qualsiasi genere: Economica, materiale, morale spirituale.

I Progetti già realizzati sono in Chaco Argentino, Kenia, Haiti, Congo, Italia, Kosovo, Ucraina.
Ora stanno raccogliendo fondi per un progetto in Ucraina per la realizzazione di una casa di accoglienza a Kiev aperta a tutti: bambini, handicappati, profughi, poveri e emarginati della città.  Non è in Sud America, ma siamo o non siamo tutti parte di una sola grande famiglia?

Come mai ti trasferisti a Londra?
Volvo specializzarmi in area critica, per farlo dovevo lavorare in ospedale. Ai tempi non c’erano opportunità lavorative di questo tipo in Italia. Sono quindi andata a Londra.

Un’esperienza così completa e profonda come ti ha cambiato? Com’è tornare alla società in cui sei cresciuta?
Sono tornata mentalmente alleggerita. Sto cercando di mantenere questa leggerezza, cercando di non fermarmi all’apparenza delle cose. Continuo a spostarmi con la bici. Continuo a mangiare con gli scarti dei supermercati. E’ sconvolgente pensare che 1/3 del cibo mondiale viene buttato. Cibo che in quanto buttato produce CO2 e potrebbe sfamare persone che soffrono la fame.

Cosa ricordi dell’Amazzonia?
La vista dall’alto delle Ande di una strada nera, che come un serpente, si fa largo attraverso il verde di questa fitta foresta.

Dei deserti?
Il cielo stellato, visto dormendo senza tenda.

Della Terra del Fuoco?
Un senso profondo di serenità, Pedalando attraverso questa natura continuamente piegata dal vento.

Cosa una persona che immagina il tuo viaggio, ma ovviamente non lo ha vissuto davvero, non immagina?
Che si possa ingrassare, facendo un viaggio cosi!

Qual è il tuo prossimo progetto?
Cercare di vivere ogni giorno in modo cosciente. Respirando, mangiando, camminando, parlando e perché no pedalando rispettando ciò che mi circonda.

Il libro è disponibile in eBook e cartaceo. Ed è a offerta libera. Vorrei che uno desse quello che ritiene giusto, in base anche alle proprie possibilità. Sapendo che io non ci prendo niente. Mi pago anche i viaggi per fare le presentazioni.

Questo progetto sta andando avanti con il passa parola. Se vie è piaciuta la storia condividetela con amici e parenti!.

Il libro è acquistabile contattandomi tramite:
https://www.facebook.com/PedaLande/
https://www.instagram.com/pedalande/
https://pedalande.wixsite.com/pedalande

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Christian Roccati
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