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18 Dicembre 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Himalaya e Karakorum. Sguardo sulle spedizioni invernali 2019-2020

Distribuzione degli 8000 tra Karakorum e Himalaya. Fonte: wikipedia

Riflettori puntati su Everest, Broad Peak, Gasherbrum I e II, il più basso Batura Sar e il K2, ancora incerto…

Tra sabato a domenica inizierà l’inverno astronomico 2019-2020 nell’emisfero settentrionale. Le spedizioni che puntano alle scalate invernali sulle grandi montagne dell’Himalaya e del Karakórum hanno già iniziato le loro attività per sfruttare al meglio le settimane della stagione più dura dell’anno.

Il calendario invernale  va dal 22 dicembre 2019 al 20 marzo 2020, anche se i più severi, come Denis Urubko, lo riducono al 28 febbraio (calendario meterorologico). In tutto,  dieci o quattordici settimane per effettuare imprese che potrebbero entrare nella storia.

Di seguito ecco le spedizioni impegnate  in Himalaya e in Karakórum quest’inverno.

Everest (8.848 m), Himalaya

Everest Expedition 2019-2020. Jost Kobusch. Foto: Daniel Hug/terragraphy. Fonte: facebook

Una delle spedizioni invernali che suscita più aspettative è  quella di Jost Kobusch, che intende  scalare in solitaria l’Everest. Il giovane scalatore tedesco aveva annunciato che avrebbe effettuato il tentativo per il couloir Hornbein, anche se ha posticipato la decisione definitiva quando si troverà sulla montagna e ne controllare le  condizioni. Attualmente Kobusch, si sta avvicinando al campo base dell’Everest e ha già effettuato la cerimonia Puja:

“Per i buddisti, prima di una salita non deve mancare la tradizionale cerimonia Puja – spiega Kobusch – Così abbiamo camminato fino ad un monastero a Khumjung giovedì. Durante la Puja è stato chiesto il permesso di scalare il Sagarmatha (Monte Everest). In questa tradizionale cerimonia buddista, un monaco benedice la spedizione e allo stesso tempo chiede benevolenza agli dei della montagna. Questa tradizione, che ha una lunga storia, fa parte di ogni grande spedizione. Anche se questa volta non sono accompagnato da Sherpa, per me partecipare alla Puja è espressione di rispetto per la cultura e le tradizioni locali di questa regione.”

“La vetta chiama! Ancora cinque giorni”, conclude il tedesco.

Kobusch arriverà al CB insieme ad un fotografo (Daniel Hug), che sarà con lui durante le prime settimane e con il quale salirà al C1 per girare alcune immagini e interviste per un documentario. Ovviamente,  il suo tentativo principale lo farà assolutamente in solitaria e in stile alpino.

Il viaggio di Txikon verso l’Antartide. Qui nelle isole Falkland. Fonte: A.Txikon/facebook

Sul “Tetto del Mondo” ci sarà anche la spedizione guidata da Alex Txikon (con Óscar Cardo, Jonatan García, Chhiji Nurbu Sherpa, Pechhumbe Sherpa e Tenjen Sherpa). Txikon in questo momento è in  viaggio verso l’Antartide.  La  tappa successiva sarà l’Ama Dablam, dove effettuerà l’acclimatazione. Nel suo team ci saranno anche Felix Criado e Iñigo Gutiérrez che incontrerà a Kathmandu.

Il basco si trasferirà poi al campo base dell’Everest (probabilmente a fine gennaio). Si tratta del suo terzo tentativo invernale,  senza ossigeno, dopo quelli del 2016-17 e 2017-18.

Aggiornamento del 20 dicembre.  Alex Txikon segnala dal suo instagram:
“Oggi, buone notizie dal Sud del Pacifico. Ramón Portilla mi ha dato una grande gioia confermando che verrà con noi all’Ama Dablam. Sono particolarmente emozionato perché è una persona meravigliosa e ci insegnerà molto sulla montagna e sulla vita. Non lo sapevo, ma in una spedizione precedente è arrivato a solo 100 metri dalla cima. Quando mi ha chiamato per chiedere informazioni sulla spedizione e me lo ha raccontato, zac! Mi si è accesa una lampadina e gli ho detto “Dai, Ramon, vieni!” Ora so che ci godremo ogni passo.”

K2 (8.611 m), Karakorum

K2. Foto: Mingma Gyalje Sherpa/facebook

La seconda montagna più alta della Terra e del Pakistan è il grande trofeo di questa stagione invernale e unica cima di oltre 8.000 metri ancora inviolata in inverno. Negli ultimi anni, diverse spedizioni hanno tentato di vincerla, ma senza successo. Sembrava che la stagione invernale 2019-2020 avrebbe riunito diversi team al campo base, tuttavia, ad oggi, non è ancora chiaro se qualcuno la tenterà veramente.

La spedizione internazionale guidata da Mingma Gyalje Sherpa, con l’islandese John Snorri e il cinese Gao Li, sembrava la più determinata, tuttavia, la mancanza di fondi l’ha compromessa e, per il momento, è stata rinviata a metà gennaio per ridurre le spese e sperare di recuperare fondi. A tal proposito è stata lanciata  una campagna di crowdfunding.

Un altro tentativo al K2 potrebbe essere effettuato da Denis Urubko, ma dipenderà da come andrà l’invernale al Broad Peak, il suo principale obiettivo.

Anche il team francese composto da Jonathan Bordes e Vincent Saura si era detto interessato al K2, ma pare non siano ancora in possesso dei permessi di scalata.

Broad Peak (8.051 m), Karakorum

Broad Peak Expedition 2019-2020. Foto da Google. Fonte: Elena Laletina/facebook

Molto seguita sarà la spedizione invernale guidata da Denis Urubko al Broad Peak. Lo scalatore russo-naturalizzato polacco, sta  per raggiungere Askole e iniziare il trekking di avvicinamento al Campo Base. Con lui, il canadese Don Bowie e la finlandese Lotta Hintsa (compagna di Bowie), che svolgerà compiti di supporto al Campo Base.

Elena Laletina, in contatto con Urubko, segnala attraverso i suoi canali social, che nonostante Don sia ancora indisposto,  e lo sia anche Denis, la squadra questa mattina è partita per Askole. C’è molta neve sul ghiacciaio del Baltoro quest’anno, quindi la strada per il campo base non sarà facile.

Denis Urubko ritiene questa, la prima vera salita invernale del Broad Peak, dal momento che quella polacca del 2013 fu completata il 5 marzo e, quindi,  per lui,  fuori dall’inverno meteorologico.

La spedizione di  Urubko e Bowie è stata annunciata come una doppia spedizione, a Broad Peak e K2, anche se non è certo il tentativo sul secondo ottomila. Solo se concludessero rapidamente la spedizione al Broad Peak e le condizioni fossero favorevoli, potrebbero prendere in considerazione di trasferirsi nel vicino campo base del K2 per lanciare un tentativo anche sulla seconda montagna più alta del pianeta.

Aggiornamento del 20 dicembre. Ieri Don Bowie scriveva sul suo instagram:
“Primo giorno e Lotta Hintsa, Denis Urubko ed io siamo arrivati con il nostro piccolo team di supporto al campo di Joula. Ci vorranno almeno altri 5 giorni per raggiungere il campo base del Broad Peak, se la neve intorno al Concordia non sarà troppo profonda. Siamo di buon umore anche se Denis ed io siamo entrambi indisposti, combattiamo con la febbre e la tosse a causa di un brutto virus simile all’influenza, ma è comunque incredibile essere di nuovo sul Baltoro  in inverno.”

Gasherbrum I (8.080 m) e Gasherbrum II (8.034 m), Karakorum… tra le polemiche

Simone Moro e Tamara Lunger presso TerraXcube di Eurac Research, Bolzano. Fonte: Terraxcube

Simone Moro e Tamara Lunger quest’anno hanno scelto i Gasherbrum. Il loro obiettivo e il la salita  del Gasherbrum I (8.080 m) e il concatenamento con il Gasherbrum II (8.034 m), completando così la prima traversata invernale di due ottomila in inverno. Il tutto in stile leggero.

I due hanno effettuato un pre-acclimatazione tecnologico in  camera ipobarica a Bolzano:

“E’ finalmente finita la prima, delicata, importante e difficile fase di ricerca scientifica che ha obbligato me e Tamara a dedicare un mese intero a vivere gran parte del nostro tempo dentro la camera ipobarica del terraXcube di Eurac Research di Bolzano. – ha scritto Moro poche ore fa sulla sua pagina facebook – Quello che posso dire è che 𝙢𝙖𝙞 𝙝𝙤 𝙫𝙞𝙨𝙩𝙤 𝙪𝙣𝙖 𝙧𝙞𝙘𝙚𝙧𝙘𝙖 𝙨𝙘𝙞𝙚𝙣𝙩𝙞𝙛𝙞𝙘𝙖 𝙡𝙚𝙜𝙖𝙩𝙖 𝙖𝙡𝙡’𝙖𝙡𝙥𝙞𝙣𝙞𝙨𝙢𝙤 𝙚 𝙖𝙡𝙡𝙚 𝙖𝙩𝙩𝙞𝙫𝙞𝙩à 𝙞𝙣 𝙞𝙥𝙤𝙨𝙨𝙞𝙖, 𝙛𝙖𝙩𝙩𝙖 𝙖 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 𝙡𝙞𝙫𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙚 𝙘𝙤𝙣 𝙩𝙖𝙡𝙚 𝙧𝙞𝙜𝙤𝙧𝙚 𝙚 𝙙𝙞𝙨𝙥𝙤𝙣𝙞𝙗𝙞𝙡𝙞𝙩à 𝙙𝙞 𝙢𝙚𝙯𝙯𝙞 𝙚 𝙙𝙞 𝙥𝙚𝙧𝙨𝙤𝙣𝙚….

Moro risponde anche alle critiche ricevute per aver effettuato questo pre-acclimatamento in camera imperbarica: “Per me e Tamara è stata un’esperienza molto più difficile e impegnativa del previsto…. Quella della camera ipobarica è stato un sacrificio, di sicuro non una scorciatoia. Avrei preferito mille volte fare come ho, abbiamo, sempre fatto, ossia dedicare un mese in più alla spedizione o ad allenamenti in quota. Ho sempre e solo fatto così prima di raggiungere le quattro vette di 8000 metri in prima invernale.Non ho neppure usato ossigeno e solette riscaldate ai piedi durante quelle scalate proprio per non cercare scorciatoie e dare elementi di critica, che comunque immancabilmente è arrivata. ”

Continua Moro: “Successo, fama, sponsor, narrazioni delle proprie scalate sono colpe da espiare e mai elementi che generino complimenti e rispetto e questo l’ho capito anche questa volta, con l’accettazione e l’intenzione manifesta e pubblica di sottopormi a questa ricerca scientifica pre spedizione. Forse sarebbe stato meglio non dire nulla, ma in quel caso mi sarei comportato come chi deve nascondere qualcosa, come quelli che barano.”…

G1 e G2. Fonte: Simone Moro/facebook

Per quanto riguarda la spedizione, l’alpinista bergamasco precisa:

“Ora arriva finalmente il momento di partire per un progetto quasi impossibile, come lo erano le mie invernali. Questa è la sedicesima spedizione nella stagione fredda, un numero di esperienze che forse mai nessuno nella storia ha potuto fare. Non useremo elicotteri, non useremo ossigeno, non useremo portatori d’alta quota, né ci sarà la condivisione di sforzi con altre spedizioni. Faremo nel modo più pulito e leggero possibile sapendo che si può sempre fare meglio e in modo ancor più virtuoso.”

𝙄𝙡 𝙂𝙖𝙨𝙝𝙚𝙧𝙗𝙧𝙪𝙢 𝙄 𝙚 𝙥𝙤𝙞 𝙞𝙡 𝙂𝙖𝙨𝙝𝙚𝙧𝙗𝙧𝙪𝙢 𝙄𝙄 𝙨𝙤𝙣𝙤, 𝙞𝙣 𝙨𝙪𝙘𝙘𝙚𝙨𝙨𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 𝙥𝙧𝙞𝙤𝙧𝙞𝙩à 𝙚 𝙘𝙧𝙤𝙣𝙤𝙡𝙤𝙜𝙞𝙘𝙖, 𝙜𝙡𝙞 𝙤𝙗𝙗𝙞𝙚𝙩𝙩𝙞𝙫𝙞 𝙘𝙝𝙚 𝙘𝙞 𝙨𝙞𝙖𝙢𝙤 𝙥𝙤𝙨𝙩𝙞. L’inverno non ci regalerà nulla, sarà sempre quello che conosco e che rispetto. L’intenzione non è quella di comunicare troppo durante la spedizione, ma proveremo a dare notizie utili a capire dove siamo e cosa sta succedendo. MI auguro ovviamente un meteo favorevole e una spedizione gioiosa, con il piccolo team con il quale condivido questa avventura. Vorrei augurarmi anche molte altre cose, tra le quali di essere ignorato da chi non sapendo o potendo mettersi in gioco esprime le proprie frustrazioni con ruggiti scomposti sulla tastiera. Ah, ultima notizia. la spedizione che sta per partire ce la paghiamo tutta io e Tamara, come pure i compensi per i fotografi che verranno con noi (M.Zanga e M.Pavana). Un fatto normale e antico, ma che scopro essere sorprendente per coloro che pensano e scrivono che tutto ciò che facciamo sia sempre e solo per interessi commerciali e di business. Se poi in seconda battuta qualcuno deciderà di aiutarci e supportare il progetto, lo avrà graditamente fatto a partita in corso o già conclusa.”

Aggiornamento del 20 dicembre: Simone Moro e Tamara Lunger sono partiti il 18 dicembre per Islamabad (Pakistan). Oggi dovrebbero prendere un volo per  Skardu.

 Batura Sar (7.795 m), Karakorum

Polish Winter Expedition 2019: Batura Sar. Fonte: PHZ

Tra le spedizioni invernali su montagne di altezza inferiore, spicca quella dei polacchi al Batura Sar, la 25a montagna più alta del pianeta e con pareti di oltre 3.600 metri di dislivello e creste lunghe chilometri. Una buona prova generale per il polacchi, per tentare la  prima invernale al K2 dell’anno prossimo.

Secondo le ultime informazioni, il team sarà composto da 8 membri e partirà per il Pakistan a metà gennaio, sotto la guida di Piotr Tomala e Rafal Fronia. Con loro ci saranno Wojciech Flaczyński, Filip Babicz, Mariusz Hatala, Krzysztof Stasiak, Marco Schwidergall e Oswald Rodrigo Pereira (cameraman).

“Il  Batura è un obiettivo molto interessante. Si tratta di un alto settemila poco esplorato, che ci permetterà di testare le nostre abilità ad un’altitudine vicino agli 8000 metri  s.l.m., in difficili condizioni invernali “– ha sottolineato Piotr Tomala, responsabile del programma polacco invernale in Himalaya . “La scorsa settimana, siamo stati con il nostro team nei Tatra Slovacchi. Abbiamo effettuato la preparazione necessaria e abbiamo avuto anche l’opportunità di scalare. Vi posso assicurare che gli alpinisti, che andranno in Pakistan tra un mese, sono sani e in ottima forma”, ha  aggiunto.