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2 Febbraio 2019

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Sull’inviolato K2, due spedizioni si contendono l’invernale

K2. Fonte:Jasmine Tours Pakistan

La montagna più pericolosa del Karakorum e del pianeta, sarà mai scalata in inverno? In questi giorni, due team procedono in parallelo sullo Sperone degli Abruzzi per tentare l’impresa

Due spedizioni  sono attualmente impegnate sul K2 (8.611 m) per tentare la scalata di questo ottomila, finora inviolato nella stagione più fredda. Se completeranno l’impossibile impresa, avranno risolto uno dei grandi problemi dell’alpinismo: la prima salita invernale della seconda montagna più alta del pianeta.

“Non puoi immaginare quanto sia più difficile scalare il K2 in inverno rispetto alla primavera o all’estate”,  spiega il basco Alex Txikon ad Andrew Bisharat di National Geographic, in un intervista dal Campo Base (4.960 m). Txikon è a capo della spedizione spagnola che comprende anche scalatori polacchi e nepalesi. L’altra squadra è formata da un gruppo di alpinisti d’élite provenienti da Russia, Kirghizistan e Kazakistan, guidati da Vassily Pivtsov.

“È stata una grande sfida raggiungere solo il campo base”, dice Txikon, riferendosi al trekking di 60 miglia per arrivare ai piedi dell’8000, attraverso aspre vallate montuose coperte di neve.

Le spedizioni stanno lavorando sullo Sperone degli Abruzzi, la via scelta da entrambi i team per giungere in vetta. Stanno attrezzando in parallelo il percorso e allestendo i campi alti. Attualmente tutti sono al CB per recuperare le forze e in attesa di condizioni meteo più favorevoli.

K2. Fonte: National Geographic

Il K2, che si trova a cavallo del confine tra Pakistan e Cina, è di circa due campi e mezzo più basso dell’Everest, ma è considerato la montagna più dura e pericolosa del pianeta. A differenza del “tetto del mondo”, tutti i versanti del K2 sono estremamente ripidi e soggetti a frequenti cadute di massi e valanghe. Tra i maggiori ostacoli, il famigerato “Collo di Bottiglia”,  un pericolosissimo couloir, a circa 8200 metri, dove nel 2008   11 alpinisti persero la vita a seguito del crollo di un seracco.

Delle 14 montagne oltre gli 8.000 metri, il K2 rimane l’unica vetta ancora inviolata durante l’inverno. “Non posso dire che sia l’ultima sfida sugli 8.000”, dice Txikon. “Ma è una delle ultime grandi sfide.”

Txikon è  uno degli alpinisti più esperti ed ambiziosi del mondo. Nel 2016, con Simone Moro e il pakistano Ali Sadpara, ha completato la prima salita invernale del Nanga Parbat (8.126 metri), montagna tentata più di 30 volte in inverno, prima di essere vinta.

Gli igloo costruiti da Txikon al CB del K2. Foto: Alex Txikon/facebook

La squadra di Txikon al CB del K2 ha costruito tre grandi igloo. Al loro interno, la temperatura è di 10-15 gradi più alta che nelle tende, inoltre  offrono un riparo maggiore dal rumore esasperante dei venti incessanti. Secondo il basco, le migliori condizioni di riposo che offrono gli igloo, potrebbero facilitare il recupero e consentire migliori prestazioni.

Con Txikon, c’è il galiziano Felix Criado. I due alpinisti sono accompagnati da otto sherpa, tra cui Nuri Sherpa, Hallung Sherpa, Chhepal Sherpa, Geljen Sherpa e Pasang Sherpa.

“Gli sherpa sono molto più forti di molti noti scalatori”, dice ironicamente Txikon. Questo gruppo ha preso parte con il basco a due spedizioni invernali consecutive sull’Everest, negli ultimi due anni, che non hanno avuto successo. Tuttavia hanno accumulato molta esperienza, scalando insieme in condizioni estreme. Essendo stato respinto per due volte dall’Everest, in inverno, quest’anno il team ha voluto tentare un nuovo obiettivo per mantenere alta la motivazione.

K2, inverno 2019. Parte del team di A.Txikon al CB. Fonte: National Geographic

Al team si sono aggregati  anche tre polacchi Paweł Dunaj, Marek Klonowski e Waldemar Kowalewski. Scalare gli 8.000 in inverno è diventato ormai un hobby nazionale polacco; basti pensare che 10 delle 13 salite invernali sugli 8.000  sono state compiute da alpinisti polacchi.

Purtroppo si sono verificate alcune defezioni: Kowalewski, che si è unito alla spedizione per ultimo, è rimasto vittima di un infortunio, colpito alla clavicola da una roccia mentre scendeva a Campo 1 e ha abbandonato la spedizione nei giorni scorsi, così come Marek Klonowski,  che si è ritirato per un problema cardiaco.
Altri due membri della squadra di Txikon, Jon Barredo ed Eva Robles (l’unica donna della spedizione), entrambi nel trekking di avvicinamento (non alpinisti), sono stati evacuati tramite elicottero perché Barredo ha accusato dolori al ginocchio e Robles ha deciso di accompagnarlo.

La squadra spagnolo-polacco-nepalese è arrivata al campo base il 16 gennaio e il 28 del mese, aveva già attrezzato fino a Campo 2, a 6700 metri, sullo Sperone Abruzzi, la via normale.

Nessun problema per la spedizione russo-kazako-kirghisa

K2, inverno 2019. Parte del team russo-kazako-kirghiso di Vassily Pivtsov

A fianco del team di Txikon, esattamente in parallelo sullo Sperone degli Abruzzi,  procede spedizione di alpinisti guidata dal kazako Vassily Pivtsov, uno dei pochi alpinisti al mondo ad avere al suo attivo tutti e 14 gli 8000,  raggiunti senza ossigeno supplementare. Txikon sostiene che le squadre non siano in competizione diretta tra loro, anche se  probabilmente ogni  alpinista impegnato sulla montagna spera di diventare il primo a raggiungere la vetta del K2 in inverno.

La squadra guidata da Pivtsov è arrivata al campo base il 15 gennaio e riunisce alcuni dei più forti alpinisti di alta quota del mondo, compresi i  kazaki Dmitriy Muravyov e Tursunaly Aubakirov; i russi Artem Braun, Roman Abildaev, Konstantin Shepelin; e il kirghiso Michael Danichkin. Il gruppo ha faticato a trovare uno sponsor, così ha raccolto fondi attraverso un’operazione di crowdfunding e vendendo magliette attraverso il loro account Instagram.

La squadra di Pivtsov ha sistemato corde fisse indipendenti da Txikon e sta facendo rapidi progressi. Pivtsov e Braun  hanno  allestito il Campo 2 a 6800 metri dello Sperone Abruzzi, dove hanno trascorso una notte per acclimatarsi.

Adam Bielecki, che lo scorso inverno ha partecipato alla fallita spedizione polacca  sul K2,  riconosce le doti del team “Non vai al K2 in inverno se non sei un vero alpinista”.
Tuttavia, crede che le possibilità di successo siano scarse: “È una montagna davvero difficile da scalare in inverno – dice  – è il posto peggiore della Terra. Nessuna squadra ha mai  superato i 7.650 m, e con la cima a 8.611 m, quegli ultimi metri saranno durissimi.”

K2, inverno 2019. Foto arch. team russo-kazalo-kirghiso

Freddo e vento, tra i maggiori pericoli

Il freddo è una delle sfide più pericolose da affrontare; sulla montagna le temperature scendono a -65°. In tali condizioni, anche l’errore più piccolo può avere conseguenze catastrofiche: un guanto caduto può portare al congelamento in pochi minuti.

Ma è il vento il vero killer, una delle maggiori difficoltà che si incontrano in inverno rispetto alla stagione  estiva. In inverno, il gruppo del Karakorum, dove si trova il K2, è soggetto a correnti  più forti rispetto all’Himalaya. Le raffiche possono raggiungere la forza degli uragani e “strappare”  in un istante gli scalatori dalle pareti della montagna. Ciò spiega in parte il motivo per cui gli 8.000 del Nepal, tra cui l’Everest, furono le prime montagne ad essere conquistate in inverno, mentre sono  passati più di 20 anni prima che gli ottomila del Karakoram venissero presi in considerazione come obiettivi invernali.

Un altro significativo fattore di difficoltà, che si aggiunge nelle invernali sul K2,  è la poca neve presente sulla montagna. I forti venti la spazzano via, lasciandosi dietro roccia nuda e ghiaccio friabile che rende la scalata considerevolmente più tecnica e più lenta, esponendo gli alpinisti al freddo rigido per periodi più lunghi.

K2, inverno 2019, spedizione russo-kazako-kirghisa sul Camino (Chimney House). Foto: Vassily Pivtsov

 

L’inverno è anche un periodo di bassa pressione, che si traduce in un minor dispendio di ossigeno rispetto alle finestre climatiche ad alta pressione dell’estate. Nessuno degli scalatori prevede di utilizzare l’ossigeno per raggiungere la vetta, sebbene  la squadra di Txikon stia portando bombole di ossigeno  in caso si verifichi un’emergenza che richieda una discesa rapida.

Cory Richards, fotografo del National Geographic e l’unico americano ad aver scalato un 8000 in inverno, il Gasherbrum II (8.035 metri), con Denis Urubko e Simone Moro, nel 2011, sostiene:  “Tutte le difficoltà di scalata di un 8000 durante la stagione estiva devono essere moltiplicate per 10. “

Salire un 8000 in inverno, non è divertente”,  spiega Bielecki. La forte motivazione che spinge  gli alpinisti  è “la  soddisfazione di fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima – ammesso che sia possibile farlo.”

Secondo Txikon, per avere successo sul K2 “bisogna essere intelligenti, veloci, abbastanza forti, avere rispetto per la montagna, per questi luoghi remoti e per la popolazione locale. Devi avere empatia e un’ottima squadra. Non dimenticare mai di essere paziente, e ricordare sempre che il vero successo è tornare vivo “.

Invernale K2 2019. Foto: Alex Txikon

Intanto, il tempo stringe

Il limite temporale per una indiscussa salita invernale è il 28 febbraio, l’ultimo giorno dell’inverno meteorologico.

Tuttavia alcuni alpinisti, tra cui Txikon, sostengono che un vertice raggiunto prima del 20 marzo, la fine dell’inverno astronomico, varrebbe comunque.

Aggiornamenti

Team russo-kazako-kirghiso
Il 3 febbraio il team russo-kazako-kirghiso si sta preparando per un’altra uscita.
Muraviov, Danichkin, Shepelin saliranno al Campo Base Avanzato con un carico; il loro piano prevede il rientro al CB in giornata. Gli altri membri della squadra stanno recuperando forze e concludendo i trattamenti per curare la tosse in vista di  una nuova uscita.

04 febbraio: Il gruppo composto da Muraviov/Danichkin/Shepelev è al CB
Ieri hanno depositato un carico al CBA. Il tempo si è poi deteriorato ma i tre hanno deciso di camminare per liberare il sentiero e per sistemare le corde fisse sulla cascata di ghiaccio. In totale hanno camminato 7 ore. La sera sono ritornati al CB.

Team spagnolo-polacco-nepalese
03 febbraio: Tutti i membri della spedizione sono attualmente al CB. Txikon ha postato un breve video dal CB

 

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Un post condiviso da Alex Txikon (@alextxikon) in data:

04 febbraio: Dopo aver attrezzato fino a Campo 2 in soli due giorni, il team recupera le forze al CB in attesa che il tempo migliori e sia possibile ritornare a lavorare sulla montagna per attrezzare fino a Campo 4.