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6 Febbraio 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Tamara Lunger ricorda JP Mohr a 3 anni dalla scomparsa: “Sì, è stato amore…”

Juan Pablo Mohr e Tamara Lunger, K2 inverno 2020-2021. ©Tamara Lunger

L’altoatesina svela il profondo sentimento nei confronti dell’alpinista cileno scomparso sul K2 nel 2021

In un commovente post pubblicato ieri sui suoi canali social, Tamara Lunger ha ricordato l’alpinista cileno Juan Pablo Mohr, scomparso sul K2 il 5 febbraio 2021 insieme al pakistano Ali Muhammad Sadpara e l’islandese John Snorri, durante il tentativo invernale alla vetta.

A distanza di tre anni da quella tragedia, l’alpinista altoatesina ha voluto svelare il profondo sentimento che la legava a Mohr:

“Sono 3 anni che non ci sei più!  Non riesco quasi a crederci. Quando guardo queste foto, oggi mi sento invecchiata. Il destino mi ha messo a dura prova. Semplicemente manca qualcosa, e questo sei TU! Grazie per avermi mandato Davide, non so come avrei fatto senza di lui.
Per tutte le persone che dubitano: SÌ, È STATO AMORE!!! 
Molti forse non hanno mai osato chiedermelo e per questo vi ringrazio! Ho voluto tenere questo dolore per me e ho cercato di guarire le lacrime del mio cuore molto lentamente, con attenzione, con tanto amore ed emozione e senza continue domande!”
Parte del capitolo extra del libro spagnolo (dopo che ho deciso di condividerlo anche con voi):
“I miei sentimenti profondi per JP mi hanno sorpreso. E quando la nostra relazione si è intensificata dopo l’incidente di Sergi [Mingote], ho capito: questo è l’uomo con cui voglio condividere la mia vita. Abbiamo pianificato un futuro insieme. Dopo la spedizione, volevamo insegnare ai bambini come scalare e io avrei dovuto incontrare la sua famiglia in Cile. Tutto era eccitante ed io ero felice. Ero pronto a dare tutto il mio amore e ad essere libero. Anche nella mia mente.
E poi tutto è andato in modo diverso. Il mio cuore è stato spezzato in mille pezzi. La perdita di JP mi ha spinto nell’abisso più profondo di questa terra. Ho cercato di tenere la testa sopra l’acqua nel mare di lacrime con l’ultimo briciolo di forza Volevo solo stare da solo. Avevo paura delle domande. Paura di essere affrontata ancora e ancora con questo dolore insopportabile. Il mio corpo è stato dimenticato. Non lo sentivo più, anche se mi ingozzavo sempre di più. Minacciava di crollare come una vecchia casa che nessuno guardava più. E la mia anima stava appassendo. “
JP, sarai sempre nel mio cuore e in questo momento posso mettere in pratica tanto di quello che mi hai dato! Sono grata per il tempo intenso con voi  e per il tempo trascorso con la vostra meravigliosa famiglia, che amo tantissimo! Ti voglio bene… Tua Tamara”.

Juan Pablo Mohr

Juan Pablo Prieto Mohr, classe 1987,  ha iniziato ad arrampicare a 17 anni, prima di intraprendere la professione di architetto.

La sua prima spedizione in alta montagna è stata all’Annapurna nel 2017, scalata insieme a Sebastián Rojas, Alberto Zerain e Jonathan García per una variante della via normale francese. Mohr ha continuato con la scalata del Manaslu nel 2018 e nel 2019 ha effettuato una rapida doppietta su Lhotse ed Everest senza ossigeno supplementare in soli sei giorni (un record). Quell’autunno, Juan Pablo è diventato anche il primo cileno a raggiungere la vetta del Dhaulagiri,  senza ossigeno supplementare e il supporto di Sherpa.

Juan Pablo Mohr, avrebbe voluto insegnare ad arrampicare ai bambini pakistani, nella Shigar Valley, per garantire loro un futuro partendo dalle risorse della loro terra. A tal proposito, aveva già avviato un progetto nel 2019.
Dopo la sua scomparsa, Tamara Lunger ha raccolto il testimone e sviluppato, in sua memoria, l’iniziativa ‘Climbing for a Reason’.

La tragica spedizione sul K2

Nella spedizione al K2 2020-2021, la sua prima esperienza invernale su un Ottomila, il cileno Juan Pablo Mohr era inizialmente in team con lo spagnolo Sergi Mingote, poi vittima di un incidente mortale in prossimità del Campo Base Avanzato (6050 m). Dopo la morte di Mingote e il ritiro di Alex Gavan (in cordata con Tamara Lunger),  Mohr e Lunger hanno deciso di proseguire la scalata insieme. Dopo essere giunti a Campo 3 alto (7.300 m), Lunger ha deciso di ritirarsi dall’attacco finale alla vetta e Mohr si è unito al team Snorri-Sadpara.

Il tragico attacco alla vetta è iniziato tra il 4 e il 5 febbraio 2021, intorno all’una di notte, da C3 alto (7300 m). Snorri, Mohr, Ali Sadpara e suo figlio Sajid Sadpara, avevano previsto di raggiungere la vetta dopo 14 ore di attività. Alle 10, al Collo di Bottiglia, Sajid si è ritirato a causa di un guasto all’erogatore di ossigeno. Gli altri hanno continuato la progressione. Sajid è riuscito a tornare a Campo 3 alto, dove ha atteso gli alpinisti. Sfortunatamente, John, Ali e Juan non hanno più fatto rientro.

I corpi di Juan Pablo Mohr, Ali Sadpara e John Snorri, ritrovati nel mese di luglio 2021, sono rimasti sulla montagna.