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18 Dicembre 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Invernale al K2: una sfida estremamente difficile

Invernale al K2, 2019. Fonte: K2 Winter Climb 2019/facebook

Scalare in inverno gli 8.611 metri di altezza del K2, finora è stata un’impresa impossibile

Ad oggi, il K2 (8.611 m), la seconda montagna più alta della Terra, è l’unico dei 14 ottomila a non essere mai stato scalato nella stagione più fredda.

Andrzej Zawada, pioniere dell’arrampicata invernale sulle montagne più alte del mondo, guidò la spedizione invernale polacca sull’Everest  del 1980 (durante la quale Krzysztof Wielicki e Leszek Cichy realizzarono la prima invernale di un ottomila), e otto anni dopo anche la prima spedizione invernale al K2 (8.611 metri) in Pakistan.

Probabilmente Zawada, non avrebbe mai immaginato che una spedizione di  60 scalatori (tanti quanti in una normale stagione alpinistica estiva), provenienti da 19 paesi, si sarebbero cimentati sul K2 nell’inverno 2020-2021.

Negli oltre tre decenni che si sono susseguiti dalla prima spedizione invernale al K2, sette team hanno abbandonato il K2 a mani vuote.

Un po’ di storia…

Spedizione polacco-canadese-britannica 1987/88

Anche Wielicky e Cichy, i primi scalatori invernali dell’Everest, fecero parte della squadra di Zawada sul K2, composta da 13 polacchi, sette canadesi e quattro britannici. Tentarono a salire attraverso la via degli Abruzzi, ma non ci riuscirono a causa delle temperature estremamente rigide e dei venti fortissimi. In tre mesi sulla montagna, non ci fu una sola finestra favorevole praticabile. Il punto più alto raggiunto fu  Campo 3, a 7.300 metri di quota.

Wielicky e Cichy dopo la prima invernale dell’Everest nel 1980. Fonte: wikipedia

Spedizione internazionale 2002-2003

Zawada programmò un tentativo invernale successivo, questa volta sul versante Nord cinese del K2.
Ma morì nel 2000 e Wielicki si assunse la guida della spedizione. Gli alpinisti provenivano da Polonia, Kazakistan, Uzbekistan e Georgia e il loro obiettivo era salire l’ottomila attraverso la cresta Nord. Anche quell’anno le temperature furono gelide e diversi alpinisti accusarono congelamenti e abbandonarono presto la spedizione. Nonostante il maltempo, ci fu un tentativo alla vetta. Denis Urubko e Marcin Kaczkan arrivarono ​​a Campo 4 (7.650 metri). Entrambi si ritiratono poiché Kaczkan accusò sintomi di edema cerebrale in alta quota.

Spedizione russa  2011-2012

K2. Fonte: pakpeaks.com

Anche il terzo tentativo invernale sul K2 fallì a causa di condizioni meteorologiche estreme con bufere di vento  e freddo gelido. La squadra russa guidata da Victor Kozlov salì lungo la cresta degli Abruzzi e raggiunse un’altitudine di 7.200 metri. Durante questa spinta, Vitaly Gorelik accusò congelamenti e si ammalò di polmonite. Per giorni i suoi compagni al campo base lottarono per la vita del 44enne. Tuttavia, il persistere del maltempo impedì un’operazione di recupero e Gorelik morì. Solo tre giorni dopo un elicottero fu in grado di atterrare al CB. Chiusa la spedizione.

Spedizione polacca 2017-2018

A sinistra Adam Bielecki, a destra Denis Urubko durante il tentativo al K2, inverno 2018. Foto: Adam Bielecki

Anche in questo caso, alla guida della spedizione ci fu Krzysztof Wielicki. Il team comprendeva, oltre a lui, altri quattro primi salitori invernali di ottomila: Denis Urubko (Makalu, Gasherbrum II), Adam Bielecki (Gasherbrum I, Broad Peak), Artur Malek (Broad Peak) e Janusz Golab (Gasherbrum I). Fu una spedizione sfortunata. Innanzitutto, quattro membri del team hanno parteciparono ad un’operazione di salvataggio sul Nanga Parbat, volta al recupero della francese Elisabeth Revol e del polacco Tomek Mackiewicz. Urubko e Bielecki riuscirono a salvare Revol, ma non Mackiewicz. Di ritorno sul K2, Bielecki e Rafael Fronia furono colpiti da dei sassi sulla via degli Abruzzi. Urubko raggiunse la quota di 7.600 metri – in un tentativo in solitaria, che  intraprese senza consultare Wielicki. Il capo della spedizione escluse Urubko dalla spedizione a causa del suo comportamento.

Spedizione internazionale e spedizione spagnola nel 2018-2019

Una squadra composta da alpinisti provenienti da Kazakistan, Russia e Kirghizistan e guidata da Vassiliy Pivtsov fallì sulla via degli Abruzzi. A causa della scarsa visibilità, gli alpinisti abbandonarono un tentativo alla vetta a 7.526 metri di quota.

K2 inverno 2019. Alex Txikon. Fonte: facebook

Si ritirarono anche lo spagnolo Alex Txikon e il suo team di Sherpa. Txikon e tre membri del team avevano  già partecipato alla ricerca degli alpinisti Daniele Nardi e Tom Ballard scomparsi sul Nanga Parbat, mettendo  in secondo piano le loro ambizioni sul K2. Alex individuò i corpi senza vita del 42enne alpinista italiano e dello scalatore inglese 30enne, con un telescopio nella roccia dello Sperone Mummery a circa 5.900 metri.

Spedizione internazionale 2019-2020

La spedizione guidata dal nepalese Mingma Gyalje Sherpa si concluse dopo sole due settimane: senza tentativi al vertice. L’islandese John Snorri Sigurjonsson e lo sloveno Tomaz Rotar accusarono  Mingma e altri membri del team di essere arrivati al K2 poco preparati. La spedizione arrivò fino a 6.300 metri di quota. Approfondimento

Gao Li, Mingma G Sherpa, John Snorri. Fonte: Mingma G. Sherpa/facebook

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